Microsoft chiude definitivamente le proprie pendenze con la Commissione Europea. Il caso, iniziato nel 2004, vede scorrere i titoli di coda otto anni più tardi, otto anni nei quali molte cose sono cambiate e la stessa Microsoft ha visto grossi sovvertimenti nella propria posizione sul mercato e nelle proprie prospettive.
Il caso si chiude con una conferma della sentenza e con un piccolo sconto: una sorta di buffetto amichevole, viste le cifre in ballo, che mette definitivamente in archivio la vicenda.
Nel 2004 la prima sanzione: 497 milioni di euro per abuso di posizione dominante. Ai tempi la commissione antitrust era guidata da Mario Monti, attuale Presidente del Consiglio italiano, ed era quella la sanzione più importante mai comminata a livello europeo. Mario Monti ai tempi dichiarava: «la decisione odierna ristabilisce le condizioni per una concorrenza leale sul mercato e indica chiari principi per la condotta futura di una società in posizione così dominante». Ma era soltanto l’inizio di una questione che si sarebbe prolungata fino ai giorni nostri.
Nel 2008 la nuova sanzione, nei fatti ancor più clamorosa della precedente: «Con decisione del 27 febbraio 2008 è stata imposta alla Microsoft una nuova penalità di mora, per l’importo di 899 milioni di euro, per il periodo 21 giugno 2006-21 ottobre 2007, in quanto i tassi di remunerazione proposti dalla Microsoft per permettere l’accesso alle informazioni relative all’interoperabilità non erano ragionevoli». A capo della commissione antitrust, in questo caso, Neelie Kroes, la quale opponeva a Microsoft una critica dal sapore storico: «Microsoft è la prima azienda in 50 anni di policy antitrust europea a non rispettare le decisioni della Commissione».
Nel 2012 l’Europa conferma in toto le sanzioni e le sentenze del passato, senza ravvedimento alcuno di fronte alle richieste Microsoft di ridiscutere la questione: nonostante il gruppo di Redmond avesse accampato motivazioni varie per spiegare le tariffe con cui concedeva l’accesso alle proprie tecnologie, la Commissione non ha ravveduto ragionevolezza nel tariffario ed ha piuttosto intravisto la volontà di non rendere nei fatti interoperabili i propri sistemi (sigillando così il proprio monopolio a discapito della concorrenza).
Tutto ciò non ha escluso però un piccolo sconto relativo alla necessità di rivedere l’importo della penalità di mora: una questione formale del valore di 29 milioni di euro. La sanzione viene così ridotta da 899 a 860 milioni di euro e Microsoft può ora guardare alla Commissione Europea da un altro punto di vista: le vertenze contro Google sono già in atto da tempo ed il rasserenamento delle pendenze con le istituzioni UE completano un nuovo quadro della situazione da cui Microsoft spera ora di trarre beneficio. All’orizzonte, però ombre ulteriori: le indagini su Windows RT sono già iniziate ed ancora una volta si parla di Windows, di browser e di interoperabilità.