Sin dal suo lancio, l’iPhone si è dimostrato un campione d’incassi. A confermarlo è una nuova ricerca condotta dalla società Strategy Analytics secondo cui, sin dal giorno del suo debutto sugli scaffali nel giugno del 2007, lo smartphone ha generato un fatturato cumulativo da 150 miliardi di dollari.
Ai microfoni di Cnet, Neil Shah, senior analyst di Strategy Analytics, ha dichiarato che tale cifra tiene in considerazione solamente le vendite hardware. Accessori, applicazioni, software e servizi, che rappresentano dal 3 al 5 per cento delle entrate del “melafonino”, non sono state conteggiate ai fini dello studio.
[nggallery id=308 template=inside]
Sempre restando in ambito hardware, Strategy Analytics dichiara che sono stati spediti 250 milioni di iPhone in tutto il mondo. Nonostante le notizie siano sicuramente incoraggianti, la società di ricerca ha al tempo stesso stimato che difficilmente Apple riuscirà a mantenere un volume d’affari di questo livello anche negli anni a venire. Il direttore esecutivo di Strategy Analytics, Neil Mawston, ha infatti affermato sulla base degli studi effettuati sul mercato di Cupertino ed in relazione all’avvento della concorrenza:
Stanno emergendo segnali che indicano che sarà più dura per l’iPhone nei prossimi cinque anni. Alcuni operatori telefonici sono spesso preoccupati per l’alto livello di sussidi spesi per l’iPhone, mentre Samsung sta espandendo il portfolio del suo Galaxy e la sua concorrenza nei confronti di Apple si sta facendo molto più credibile.
I veri problemi, secondo Neil Shah, sono da ricercare anche nella nuova preoccupazione degli operatori telefonici riguardo il tanto famigerato modello di vendita tramite sussidi, visto che questi sono obbligati ad acquistare iPhone all’ingrosso al prezzo di 600 dollari per poi rivenderlo ai clienti, tramite contratti da due anni, ad un prezzo di 200/300 dollari, perdendo di conseguenza circa 300/400 dollari per singolo pezzo e faticando, dunque, ad ottenere un tornaconto economico in tempi relativamente brevi. Ad aggravare la situazione è il fatto che Apple, avendo il “potere di vendita”, non è disposta a scendere a compromessi con gli operatori o a negoziare i prezzi. Diametralmente opposta, invece, la filosofia degli altri produttori, che negoziano i prezzi dei loro modelli, come Samsung con il suo Galaxy 3; l’opposizione di tale modello potrebbe rappresentare d’ora in poi per Apple una insidia da mettere in conto.
Tuttavia, è ormai troppo tardi per i pentimenti: secondo una ricerca dell’analista Katy Huberty, infatti, le tre compagnie telefoniche americani legate da contratto con Apple dovranno continuare a fornire determinate sovvenzioni per un bel po’ di anni ancora. In tal senso, Apple è stata decisamente lungimirante e quindi potrà contare su questo vantaggio di posizione ancora per alcuni anni.