Nel mondo del Web ci sono idee che tornano ciclicamente in auge. Una di quelle più fortunate, una vera araba fenice, è quella del canone televisivo esteso ai monitor pc collegati a Internet. Protagonista di questa proposta è il nuovo ministro della Cultura, l’affascinante Aurélie Filippetti (nipote di immigrati italiani), che in una intervista radiofonica (ascolta) ha detto chiaramente di condividere il pensiero secondo cui molti ormai utilizzano il computer e la rete per fruire di contenuti televisivi, compresi quelli della televisione di stato. Abitudine che apre ai monitor del pc una considerazione, ed una tassazione, di diverso profilo.
Anche i francesi, quindi, stanno cominciando a risparmiare sul canone (125 euro l’anno) eliminando l’apparecchio televisivo e affidandosi soltanto al computer. E alla precisa domanda del giornalista se non fosse il caso di estendere il canone, il ministro ha risposto:
Ce lo stiamo chiedendo anche noi, ma ovviamente sarebbe una tassa per ogni nucleo familiare e non dovrebbe essere pagata se si dispone sia di un computer che di un televisore.
Il modello sarebbe quindi simile per certi aspetti a quello tedesco, che già da alcuni anni ha preso la strada della tassazione alla fonte in cambio di una legislazione abbastanza liberale alla foce dei contenuti multimediali. In Francia, è giusto ricordarlo, i canali televisivi pubblici non hanno la pubblicità, e la norma del vecchio governo Fillon che la introdusse dopo le ore 20 non verrà ripristinata per le proteste dei cittadini. In Italia, com’è noto, l’atteggiamento spesso tecno-fobico della politica ha portato a un muro contro muro che ha lasciato le cose come stanno e molti commentatori, anche istituzionali, pensano che una nuova regolamentazione sarebbe auspicabile soltanto se fosse sensata.
Al momento il canone ai pc è soltanto un’idea, che dovrà passare il vaglio della revisione del budget 2013 del nuovo governo Hollande, il quale è certamente intenzionato a distinguersi dal predecessore e dall’HADOPI, ma pare non sia affatto incline – dalla sua posizione socialista – al laissez faire in tema di sostegno ai conti dello Stato, tanto che mira a trovare 7,5 miliardi di euro extra da tagli e nuove tassazioni (ogni mondo è paese…) e non è escluso che il suggerimento del suo ministro cada nel vuoto.
I numeri parlano chiaro: più di 11 milioni di francesi sono abituati a guardare programmi televisivi sugli schermi dei computer, tablet o smartphone, con un incremento del 41 per cento rispetto al 2011. Negli ultimi giorni anche in Italia in migliaia hanno guardato gli Europei grazie agli streaming della RAI. Nei mesi precedenti una richiesta di canone alle aziende dotate di PC aveva già fatto urlare allo scandalo prima di una precisazione che ha presto riportato le cose all’ordine (si fa per dire) precostituito.
Che la legislazione debba adeguarsi alla tecnologia è cosa ovvia, ma le modalità sono meno semplici e immediate di quanto si potrebbe immaginare.