«Crediamo che un Internet libero e aperto può portare a un mondo migliore». Così inizia il preambolo di una dichiarazione universale che ancora non esiste ma fa già molto parlare di sé. È la Declaration on Internet Freedom (“Dichiarazione sulla libertà di Internet”) che un gruppo di organizzazioni e personalità di spicco stanno promuovendo per ribadire la centralità della libertà della rete, la sua neutralità rispetto alla politica e l’utilità nella difesa dei diritti di cittadinanza.
Tra le firme di questa dichiarazione che somiglia molto a una petizione, si notano Mozilla, Amnesty International, il Tech Meetup di New York, Fight for the Future, la EFF, ma anche Aaron Swartz e il professor Jonathan Zittrain. Un manifesto pensato per mettere un punto fisso sul dibattito riguardo alla Rete, e da lì cominciare a pensare a come difenderla secondo un principio ottimamente sintetizzato da The Verge: «Internet sarà regolamentato, ma i suoi utenti saranno rappresentati?». La raccolta firme si propone questo scopo: alzare la voce attorno alla situazione che va maturando a livello internazionale ed accompagnare così la maturazione dello strumento verso la nuova dimensione sociale che sta assumendo.
In effetti la Rete è al centro di molti dibattiti, oggetto di leggi antipirateria sempre più aggressive, persino di assemblee ONU. Neanche il tempo di godersi la vittoria sulla SOPA che arrivano altri avversari da affrontare, sempre più sofisticati. Ma ciò che accomuna tutti i sottoscrittori di questa dichiarazione è l’analisi dei conflitti strutturali, individuati nelle lobbies, nei conflitti di interesse politici e nell’ignoranza dell’opinione pubblica.
Ecco la ragione di una proposta di questo tipo, i cui architravi poggiano su cinque principi:
- Espressione: non censurare Internet
- Accesso: promuovere l’accesso universale alle reti veloci e convenienti
- Apertura: mantenere Internet come una rete aperta dove ognuno è libero di connettersi, comunicare, scrivere, leggere, guardare, parlare, ascoltare, imparare, creare e innovare.
- Innovazione: proteggere la libertà di innovare e creare. Non bloccare le nuove tecnologie, non punire innovatori per le azioni dei propri utenti
- Privacy: proteggere la privacy e difendere la capacità di ognuno di controllare come i propri dati e dispositivi vengono utilizzati
Difficile capire se e quanto servirà questo testo. Molti dei primi sottoscrittori, che hanno partecipato alla sua redazione, pensano che l’obiettivo massimo sia quello di raggiungere un più ampio sostegno pubblico e la comprensione dei principi di libertà di Internet. Altri invece credono che dovrebbe avere ambizioni superiori, fino a produrre legislazione coerente con i principi della dichiarazione facendo pressione sui politici, al Congresso americano e poi in tutto il mondo. Su Reddit, Free Press ha promosso anche una discussione atta a sviluppare la dichiarazione in questo senso: un Free Internet Act crowdsourcing da opporre ad ACTA e a tutti i consimili. Chissà cosa ne pensa Vint Cerf.