Prende forma l’attacco da parte di Motorola (e dunque Google) nei confronti di Apple. L’International Trade Commission ha infatti reso noti i dettagli relativi ai 7 brevetti scagliati dalla società recentemente divenuta proprietà di Mountain View contro il colosso di Cupertino, con l’obiettivo di bloccare le vendite di numerosi dispositivi entro i confini degli Stati Uniti. Un nuovo capitolo si apre dunque per il settore legale della mela morsicata, già alle prese con il caso Samsung.
Dall’iPod Touch all’iPhone (versioni 3Gs, 4 e 4S), dall‘iPad (edizioni 2 e “New”) al mondo Mac (Mac Pro, iMac, Mac mini, MacBook Pro e MacBook Air), l’attacco di Motorola coinvolge sostanzialmente tutta la linea di dispositivi elettronici commercializzati dalla società guidata da Tim Cook. La speranza della compagnia ora nelle mani di Google è quella di giungere ad una sentenza definitiva entro 15 mesi da ora, evitando dunque che il caso si protragga a lungo.
In particolare, questi sono i brevetti che Apple avrebbe violato con i propri dispositivi:
- 5,883,580: brevetto relativo all’elaborazione di messaggi in locale, con particolare riferimento a funzionalità per la realizzazione di promemoria geolocalizzati;
- 5,922,047: relativa a sistemi di controllo e comunicazione in chiave multimediale, tale proprietà intellettuale coinvolge sia iPhone che iPad;
- 6,425,002: anche in questo caso è la gestione dei messaggi in locale il nodo principale dell’accusa, benché relativo al filtraggio dei contenuti di interesse da parte delle applicazioni;
- 6,983,370: brevetto riguardante sistemi di comunicazione con la capacità di fornire continuità nello scambio di messaggi tra dispositivi;
- 6,493,673: in questo caso, sotto accusa vi sono alcune tecnologie realizzate da Apple per fornire servizi di interazione innovativi, quale ad esempio la conversione automatica della voce in testo;
- 7,007,064: brevetto legato alle comunicazioni wireless, con particolare riferimento ad una tecnica utilizzata per gestire contenuti comunicati mediante protocolli senza fili;
- 7,383,983: il settimo brevetto riguarda invece la gestione di contenuti mediante più dispositivi, consentendo ad esempio di fermare la riproduzione e riprenderla poi su di un prodotto differente dallo stesso punto.
L’accusa di Motorola, insomma, circonda l’intera schiera di prodotti con su il logo della mela morsicata, riguarda svariati aspetti e punta il dito contro altrettante tecnologie realizzate da Apple. Tecnologie che secondo i legali della compagnia ora proprietà di Mountain View sarebbero state realizzate senza che vi fosse l’autorizzazione necessaria per l’utilizzo di sistemi brevettati da Motorola, motivo per cui la società ha preferito procedere per vie legali, allargando un conflitto che di giorno in giorno si estende a macchia d’olio. Un nuovo scontro all’orizzonte si prospetta quindi per Cupertino, confermando dunque la tesi secondo cui Google avrebbe tratto importanti vantaggi anche dal punto di vista legale dall’acquisizione di Motorola Mobility.