Secondo quanto fin qui trapelato, avrebbero dovuto essere 3 i gruppi impegnati nella produzione di display per l’atteso iPhone 5. Uno dei tre gruppi, Sharp, ad oggi non avrebbe però ancora confermato l’avvio delle produzioni nonostante la scadenza precedentemente indicata fosse quella del mese di agosto (e nonostante in precedenza trapelassero conferme sulla piena fedeltà delle operazioni alla roadmap di progetto). Se il ritardo fosse confermato, per Apple potrebbe aprirsi la possibilità di una carenza di componenti utili ad assemblare tutti gli smartphone desiderati per l’immissione sul mercato di breve periodo.
Tanto il consorzio Japan Display (Sony, Hitachi, Toshiba) quanto la LG Display hanno confermato di aver già acceso i motori ed avviato le procedure per la costruzione dei display ordinati da Apple. Sharp, invece, addebita a non meglio precisate difficoltà produttive il ritardo fin qui maturato (difficoltà causate presumibilmente dalla nuova tecnologia in-cell per l’ottenimento di un display ultrasottile) e, sebbene non vi siano indicazioni sui tempi previsti per l’avvio delle produzioni, è confermato il fatto che il gruppo sia ormai già in ritardo sulla tabella di marcia prevista. In attesa di dettagli su questo fronte, è possibile per Apple un inaspettato collo di bottiglia in ambito display, trovandosi a dover fare i conti con un indesiderato rallentamento.
La presentazione dell’iPhone 5 è attesa per il 12 settembre, mentre l’immissione sul mercato statunitense è prevista per il 21 settembre. A livello internazionale l’esordio sul mercato è previsto per il 5 ottobre. Sharp ha di fronte le proprie scadenze e queste date, poiché in caso di ritardi ulteriori il rapporto con Apple potrebbe rapidamente deteriorarsi. Il che, per l’azienda orientale, sarebbe probabilmente drammatico: il gruppo versa in situazione di grave difficoltà e la situazione finanziaria dell’azienda appare compromessa (le azioni già sono etichettate con un giudizio di “junk” prezzo le agenzie di rating). Foxconn, già partner di lunga data del colosso di Cupertino, avrebbe già investito denaro in Sharp per sostenerne le attività, ma anche su questo fronte l’orizzonte non appare completamente limpido e nonostante gli interessamenti esterni le azioni hanno continuato la loro rotta in caduta.
Per Apple il problema potrebbe sfociare in una scarsità di iPhone 5, qualcosa che potrebbe limitarne le potenzialità sul mercato nelle prime settimane, quando la domanda di massa potrebbe esplodere sulla scia della grande attesa accumulata attorno al nuovo device. In precedenza casi simili sono stati risolti redistribuendo le quote produttive presso gli altri partner assoldati: in questo caso l’emergenza produttiva non è ancora conclamata, ma i ritardi Sharp hanno suonato il primo campanello d’allarme.
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