Il Nokia Lumia 920 ed il fratello minore Lumia 820 sono pronti a fare il proprio esordio: nella giornata di oggi, infatti, Nokia e Microsoft presenteranno quelli che saranno i nuovi prodotti di punta della linea Windows Phone 8, dotato di una serie di novità di rilievo utili ad alzare ulteriormente l’asticella della qualità dei prodotti derivanti dalla partnership tra le due aziende. Una delle caratteristiche più interessanti è sicuramente il nuovo sistema di ricarica wireless, basato su di una tecnologia sponsorizzata dal Wireless Power Consortium ritenuta sufficientemente matura da poter giungere sul mercato.
La stessa Nokia, va sottolineato, fa parte del consorzio (assieme ad altri nomi quali Motorola, Samsung, HTC, LG e molti altri ancora per un totale di 124 aziende.) Se il sistema di ricarica “wireless” sarà confermato, dunque, sarà lo standard “Qi” del Wireless Power Consortium a delinearne le caratteristiche così come già è avvenuto in precedenza per l’LG Optimus LTE: il consorzio ha comunicato soltanto nelle scorse settimane la vendita di 500 mila unità nella sola Corea, la quale diventa così il secondo paese più ricco di dispositivi Qi dopo il Giappone.
L’entrata di Nokia su questo tipo di tecnologia si fa pertanto fondamentale ai fini di una internazionalizzazione dell’idea e dello standard: l’Europa attende e gli Stati Uniti sono pronti ad accogliere la novità a partire da oggi, il giorno in cui “le cose stanno per cambiare“.
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La ricarica è a induzione
Tale sistema di ricarica fa a meno di ogni cavo necessario fino ad oggi per collegare uno smartphone ad una sorgente di energia elettrica, adottando invece un dock sul quale è sufficiente posare il proprio dispositivo per avviare la ricarica. Quest’ultima avviene per mezzo del principio dell’induzione elettromagnetica, secondo cui una corrente alternata genera un campo magnetico variabile, il quale è la causa di una tensione indotta in un circuito secondario (in questo caso, un componente interno allo smartphone) e mediante la quale è possibile ricaricare la batteria del dispositivo.
Alla base del nuovo sistema vi è la comunicazione di dati tra un trasmettitore, inserito nel dock, ed un ricevitore, presente nello smartphone. Entrambi presentano quindi al proprio interno una serie di componenti atti esclusivamente alla gestione della ricarica senza fili: da un lato viene effettuata la conversione dell’energia in un segnale di potenza, dall’altro avviene invece l’operazione inversa, consentendo così di incrementare la carica residua nella batteria dello smartphone.
I segnali scambiati vengono quindi modulati a monte e demodulati a valle, mediante appositi circuiti di conversione. Le informazioni vengono inviate con una velocità di 2 Kbit/s ed i pacchetti trasmessi sono caratterizzati da una struttura ben precisa: un preambolo (almeno 11 bit), un header di 1 byte utile a fornire informazioni circa la tipologia di messaggio in arrivo, il contenuto vero e proprio del messaggio (da 1 a 27 byte) ed una conclusione da 1 byte. In ogni pacchetto sono poi contenuti particolari bit utilizzati per comprendere l’inizio e la fine del messaggio, così come un bit di parità utilizzato per individuare eventuali errori nella trasmissione.
L’intera procedura di ricarica è inoltre assistita da una serie di dispositivi di controllo il cui compito è quello di verificare che ogni operazione venga eseguita in maniera corretta. Tali controllori consentono ad esempio di ruotare alcuni componenti interni nel caso in cui non vi sia perfetto allineamento tra smartphone e dock, oppure sono in grado di verificare quando il dispositivo ha raggiunto il massimo della carica possibile per interrompere la procedura di ricarica, ottenendo importanti vantaggi in termini di efficienza energetica (e durata delle batterie).
Il nuovo sistema di ricarica ipotizzato per il Lumia 920 vuole quindi rivoluzionare il settore dell’elettronica di consumo, benché al momento possa essere utilizzato esclusivamente secondo la modalità proposta da Nokia mediante una dock sulla quale poggiare il dispositivo. L’efficienza della ricarica, infatti, è inversamente proporzionale alla distanza tra i due, motivo per cui non risulta essere possibile utilizzare una simile soluzione su lunghe distanze.