Se dal vaso di Pandora dovesse uscire una mela, non ci sarà da stupirsi: secondo il Wall Street Journal, infatti, Apple avrebbe già avviato da tempo le trattative per costruirsi in casa un servizio simil-Pandora, optando così per lo streaming musicale (nella forma della radio personalizzata sui gusti dell’utente) in parallelo all’attuale offerta di download in acquisto tipico di iTunes.
Apple, insomma, sarebbe pronta a sacrificare l’impronta tradizionale della propria offerta per abbracciare una dimensione nuova e differente: una mossa difensiva, per certi versi, così da allontanare le ambizioni di Pandoraa, Spotify ed altri servizi che puntano sullo streaming per conquistare l’utenza che desidera ascoltare musica in digitale; una mossa all’attacco, inoltre, per fare dello streaming una nuova fonte di introito. Ma non solo: un servizio simil-Pandora potrebbe soprattutto aiutare Apple a trainare utenza nel proprio ecosistema, tenendo così lontane dalle masse quelle tentazioni “gratis” che le radio online mettono a disposizione con servizi ad-supported.
Ad oggi appare oltremodo difficile capire come tale servizio potrebbe incastonarsi nell’attuale panorama Apple: una radio online basata sull’immenso archivio iTunes, offerte dedicate per l’acquisto delle musiche più ascoltate, focus speciale sul cloud e sul mobile, pubblicità basate sulla clientela iAd.
Il gruppo avrebbe più volte ipotizzato nel tempo una strategia similare, ma l’alto costo per le licenze dei brani ha sempre frenato Steve Jobs prima e Tim Cook poi dallo sbilanciarsi in questa direzione. Mentre le radio online tentano la fortuna accettando bilanci in passivo, Apple potrebbe percorrere una strada propria forte del successo già consolidato nei download. Sviluppando sinergie tra le due forme di business, peraltro, se ne potrebbe ricavare un doppio vantaggio.
Il pericolo per il futuro non è tanto Pandora, così come nemmeno Spotify, ma piuttosto l’idea stessa per cui l’ascolto musicale possa tradursi più nella forma dello streaming che non nella forma del download. L’affitto, più che l’acquisto. Pandora, del resto, gode ormai di 50 milioni di utenti attivi con una crescita della base d’utenza pari al 48% anno su anno. Se questa mutazione dovesse prendere piede, Apple vedrebbe erosa alla base la propria presenza sul mercato della musica, mentre al contrario una offerta dedicata potrebbe potenziarne l’occupazione a oltranza.
Ad oggi non sono noti gli esiti delle trattative in corso e non è pertanto chiaro quando e se Apple arriverà a definire un’offerta in tal senso. Secondo quanto trapelato, però, il team di Cupertino si sarebbe impegnata sul problema con molta più costanza rispetto al passato. C’è maggior determinazione: Apple vuole la propria Pandora, e probabilmente l’avrà. «Questione di qualche mese».