La sconfitta di Samsung nello scontro contro Apple, che obbligherà l’azienda asiatica a versare oltre 1 miliardo di dollari al gigante di Cupertino, rappresenterà per Google una vera e propria sveglia. È con queste parole che David Lawee, VP of Corportate Development di Mountain View, definisce il caso che tiene banco da diversi mesi a questa parte, sottolineando inoltre come il colosso delle ricerche abbia sbagliato strategia per quanto concerne la gestione dei brevetti.
Secondo Lawee, infatti, Google avrebbe dovuto assumere un atteggiamento maggiormente aggressivo, investendo i giusti fondi per salvaguardare le proprietà intellettuali nate dal duro lavoro dei suoi ricercatori ed approfittare delle risorse a propria disposizione. Un modus operandi, questo, che sarebbe invece la caratteristica principale dell’operato di Apple, il cui portfolio brevetti sarebbe così decisamente più ampio e corposo di quello di Mountain View.
«Non credevamo che fosse possibile brevettare gli angoli arrotondati» ha dichiarato Lawee in un’intervista, lasciando trapelare un tono chiaramente sarcastico ma allo stesso tempo preoccupato. Il rischio di quella che Steve Jobs ha definito una «guerra termonucleare» è infatti piuttosto elevato, con la mela morsicata pronta a tutto pur di inchiodare il robottino verde con le spalle al muro. Il caso Samsung, dunque, sarà per Google la sveglia che l’azienda attendeva per imprimere una sterzata decisa alle proprie strategie (il che non sembra far trapelare possibili spiragli di avvicinamento, anzi).
Android, d’altro canto, da tempo ormai continua a dover affrontare cause di ogni genere legate a vere o presunte violazioni di brevetti, con Microsoft che in tal senso ha saputo cogliere al volo l’occasione strappando accordi con diversi produttori che consentono all’azienda di ottenere importanti guadagni grazie alla diffusione di Android. La situazione, tuttavia, potrebbe presto mutare, con Google pronta a far valere i propri diritti sul campo ed in aula di tribunale.
L’era in cui i produttori erano allo sbaraglio sembra insomma terminata: Google sta per scendere in campo in difesa di Android, il che delinea una maggior acredine negli scontri ed un inasprimento repentino della posta in palio.