L’ultimo grande dilemma rimasto in piedi a proposito della gamma Microsoft Surface è relativo al prezzo di distribuzione. Il prodotto è infatti evidentemente innovativo, va a posizionarsi in un ambito nuovo e determina importanti sovvertimenti nelle strategie Microsoft, identificandosi immediatamente per tutta la peculiarità simbolica e di mercato di cui si fa portatore. Tuttavia il prezzo diviene a questo punto elemento centrale per capire a fondo l’offerta Microsoft e per comprenderne le reali potenzialità. A tal proposito ha parlato Steve Ballmer, il quale ha rigettato l’idea del low cost spiegando sotto più punti di vista quale sia la sua filosofia in tal senso.
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Secondo quanto espresso dal CEO di Redmond in una intervista al Seattle Times, i nuovi device del gruppo andranno a posizionarsi in una fascia tra i 300 e gli 800 dollari. A Microsoft, semplicemente, non interessa la corsa al “basso costo a tutti i costi” e ciò per almeno tre motivi. In primis, Ballmer non ritiene che l’utenza avverta l’iPad come un prodotto di per sé caro, e la cosa è dimostrata dalla domanda espressa: se l’utente sa di poter svolgere più funzioni con il proprio device, è disposto ad investire qualcosa di più per ottenere qualcosa di migliore.
In secondo luogo, Ballmer ritiene inutile fornire all’utenza device non sufficientemente capaci, con cui portare sul mercato dispositivi non in grado di essere utilizzati per compiti di sufficiente livello. A tal proposito l’esempio usato è quello del Kindle Fire o di altre tavolette da 7 pollici: secondo Ballmer nessuno le userebbe per compiti reali, mentre potrebbe essere utile per la semplice lettura e poco più. Quando si immette sul mercato un dispositivo deve essere invece in grado di svolgere ruoli decisivi, agendo più nell’ottica di un “PC” che non di un semplice display sul quale portare contenuti.
In terzo luogo, Ballmer ricorda che l’obiettivo deve rimanere quello del profitto, poiché nel lungo periodo l’elemento di valutazione analizzato dalla Borsa è il denaro, il margine, il lucro. Puntare al low cost pur di imporre un dispositivo non darebbe pertanto risultanze particolari se non di breve periodo, rivelandosi un fuoco di paglia privo di utilità effettiva.
Steve Ballmer vede nei Surface un’idea in grado di rendere molto più sfumato il distinguo tra tablet e PC, creando un nuovo ibrido in quella terra di mezzo lasciata fin qui scoperta. Così facendo Windows 8 esprime al meglio la propria natura ibrida ed il gruppo conta di rendersi protagonista della svolta verso quell’era “post-pc” a cui in molti fanno riferimento come all’era “post-Microsoft”. Ballmer rimane come sempre ottimista: il mercato dei PC rimane un grande bacino su cui Microsoft può portare la conversione a Windows 8 come la scintilla per un nuovo inizio.
Nell’intervista Ballmer elogia il comparto Xbox, confida nel fatto che a livello di immagine e comunicazione il proprio gruppo abbia fatto importanti passi avanti, plaude ai Lumia 920 ed al futuro dei Windows Phone. Ma in relazione al futuro, esprime al tempo stesso anche un importante previsione: Microsoft diventerà una azienda improntata su di una logica di “device and services”. La produzione software rimane intatta, insomma, e proprio il software diviene il nocciolo essenziale del gruppo, ma sul mercato verranno portati anzitutto dispositivi e servizi. Il riferimento è ai Surface come ai Windows Phone, ad Azure come a tutto quel che sarà Windows 8: sia che a produrre sia Microsoft, sia che a produrre siano partner terzi, il software è il centro di un ecosistema che vende dispositivi e servizi.
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