Se durante la presentazione dell’iPhone 5 non sono stati svelati particolari dettagli circa il chip a bordo del dispositivo, nei giorni successivi sono giunti online numerosi rumor circa tale aspetto. Gli ultimi vengono forniti dagli analisti di Linley Group, secondo cui il chip A6 sarebbe stato interamente progettato entro i laboratori di Cupertino, senza utilizzare soluzioni provenienti dall’esterno.
Tutto ciò, spiegano, sarebbe stato possibile grazie ad un accordo siglato tra Apple e ARM che consente alla mela morsicata di produrre i propri processori compatibili con l’architettura dell’azienda britannica, il che rappresenterebbe un privilegio concesso a poche società a livello mondiale. Il cuore dell’A6, insomma, non sarebbe la CPU Cortex-A15 suggerita nei giorni scorsi, né tantomeno una Cortex-A9, come confermato dalla necessità di ricompilare le app per far sì che possano essere eseguite correttamente dal nuovo iPhone.
L’idea di produrre in casa le proprie CPU, quindi, sarebbe nata ai tempi in cui Steve Jobs era ancora ai vertici del colosso di Cupertino, con l’acquisizione di PA Semi per 278 milioni di dollari. Il team di PA Semi sarebbe quindi stato diviso in due: una parte si sarebbe occupata del chip per l’iPhone 4, un’altra invece avrebbe focalizzato la propria attenzione su di un’architettura del tutto nuova, compatibile con ARM ed esclusiva assoluta di Apple.
Anni di lavoro avrebbero quindi condotto alla produzione di una nuova linea di CPU che, con ogni probabilità, animeranno i futuri dispositivi della mela morsicata. I primi risultati, del resto, sembrerebbero dar ragione ad Apple, con prestazioni due volte superiori rispetto al passato. Alcune fonti, però, sosterrebbero che la frequenza di clock sarebbe leggermente superiore rispetto a quanto previsto, ovvero 1,2 GHz per core.
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