iPhone 5 è da solo pochi giorni nelle mani dei consumatori ma, ancora prima che venisse commercializzato, l’allarme è già emerso in Rete: il device si righerebbe troppo data la sua natura in alluminio. Si tratta davvero di uno smartphone così delicato il nuovo arrivato in casa di Cupertino? Oppure il tutto è da ricondurre a un eccessivo allarmismo? Tra esperimenti opposti e giudizi contrastanti, la verità sembra stare nel mezzo.
L’iPhone 5 è costruito in alluminio unibody, lo stesso utilizzato nei MacBook Air e Pro, con l’aggiunta di una particolare lavorazione al diamante per differenziare parti opache da quelle a specchio. Non si può dire di certo che MacBook Air, MacBook Pro o anche iPad siano device che si righino molto facilmente, se non con l’usura di anni o traumi fisici importanti, ma forse la finitura del nuovo melafonino lo espone a più rischi. Così vi sono giudizi opposti: chi come iFixit si rivela altamente preoccupato e chi, come iPhoneBuff e Avorah, sottopone il device a martellate e all’azione minacciosa di chiavi e coltelli senza rilevare danni di grande sorta. Di conseguenza, come definire la resistenza di iPhone 5?
Dalle parti di 1 Infinite Loop si minimizza la questione e a parlare è nientemeno che Phil Schiller. Il rappresentante Apple ricorda come sia normale riportare piccoli graffi su questo tipo di dispositivi, perché l’alluminio vi sarebbe incline di natura e – ovviamente – perché l’uso da taschino lo espone a traumi fisici di diverso tipo. Una dichiarazione che, tuttavia, non pone fine alla polemica in Rete e nemmeno ben specifica quale sia l’entità degli eventuali danni riportati dall’iPhone 5 al cospetto dell’usura causata da agenti esterni che agiscono sulla superficie posteriore del device.
Non resta quindi che affidarsi agli esperimenti empirici condotti in Rete dai tanti blogger dal portafoglio a fisarmonica, che quotidianamente propongono i più svariati crash test sui dispositivi più in voga fra gli utenti.
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Da un lato si ha l’esperimento di iFixit, che ha invitato una simpatica bambina a gettare un mazzo di chiavi ripetutamente su un iPhone 5 nero: segni sulla scocca posteriore del dispositivo sono certamente evidenti, rivelando così il naturale colore argento dell’alluminio. Dall’altro abbiamo prima una prova di Die Hard, canale YouTube dedicato al mondo Android che svela come il melafonino sia più resistente di Samsung Galaxy SIII, e quindi una serie di esperimenti condotti da iPhone Buff e Avorah, che mostrano in video come il contatto quotidiano con chiavi, chiodi e coltelli non sia in grado di procurare gran danno a iPhone 5 bianco. La maggior parte dei graffi, infatti, viene eliminata con la pulizia del device o con il semplice passaggio delle dita. Quale sarà, quindi, la discriminante fra queste divergenti posizioni?
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Innanzitutto, pare evidente come il primo fattore riguardi la potenza dell’urto: un conto è sfregare una chiave riproducendo l’eventuale attrito in una tasca, così come scelto da Avorah, ben altro è lanciare un mazzo di chiavi sul dispositivo, come mostrato da iFixit. Sono traumi fisici completamente diversi e, fortunatamente, il secondo appare un’eventualità piuttosto rara. Poi, sembra che vi sia una sostanziale divergenza a seconda del colore dello smartphone: gli iPhone 5 Neri effettivamente sono più esposti al problema, perché gli urti paiono dissolvere il colore per mostrare il naturale argento del metallo.
iPhone 5 è quindi troppo soggetto ai graffi? Non sembra più di qualsiasi altro dispositivo, almeno a livello di materiali utilizzati. Considerato invece il fattore vernice, la risposta risulta piuttosto ovvia: meglio acquistare un melafonino bianco.
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