È passato ormai un anno dalla scomparsa di Steve Jobs, l’ex iCEO di Apple che ha rivoluzionato il mondo dell’informatica mettendo al centro l’attenzione per il design e il cliente. Ma in questi dodici mesi il suo lascito non sembra essersi affievolito, perché continuano a emergere indiscrezioni sulla sua persona, sulla sua genialità e sulla sua visione – si potrebbe dire brutale – del business. Una biografia di successo, quella di Walter Isaacson, ne ha tratteggiato gran parte dei dettagli inediti, ma oggi si aggiunge qualche tassello in più alla personalità di Steve Jobs grazie alle memorie condivise dagli ex-colleghi e raccolte da Forbes.
Gran parte delle confidenze provengono da un periodo certamente inedito per Jobs, almeno per il grande pubblico. Si è sempre sentito parlare di Apple, delle lotte intestine con IBM negli anni ’80, ma poco si è venuto a sapere del privato dell’iCEO nel suo periodo di permanenza in NeXT. A quanto pare, le modalità non son state affatto differenti da come Steve Jobs si è sempre presentato all’esterno delle sue aziende.
Un simpatico aneddoto proviene ad esempio da Randy Adams, uno dei primi dipendenti assoldati in NeXT. Un giorno Jobs gli chiese di spostare la sua Porsche dal parcheggio, in vista dell’arrivo di alcuni investitori: «Non vogliamo far credere loro di avere tanti soldi».
E, come ormai tradizione, non può mancare la storica rivalità con Bill Gates. Pare che nell’autunno del 1986 Gates sia passato in NeXT per un colloquio con Jobs. Anziché essere subito accolto, si dice che l’iCEO l’abbia lasciato gironzolare per un’ora nella hall dell’azienda, nonostante fosse libero da impegni. Jobs, semplicemente, rimase nel suo ufficio a perder tempo, guardando di tanto in tanto l’orologio. Un’avversione, quella per il mondo Windows, che si è manifestata anche quando NeXT si è trovata a scegliere tra produrre hardware o software per i sistemi operativi già esistenti: «Venderei cani, piuttosto che vendere ai PC».
Ma c’è anche tanta genialità, e molto amore per il proprio lavoro, in queste confessioni preziose pubblicate da Forbes. Ad esempio, si evince come Jobs fosse davvero ossessionato dalla massima soddisfazione del cliente, senza però perdere il suo piglio visionario. Alle prime presentazioni interne degli iPhone, sorse il dubbio fra i dipendenti che una tastiera virtuale non avrebbe mai potuto competere con quella fisica dei Blackberry. L’iCEO rispose alle critiche semplicemente dicendo: «Fidatevi, si abitueranno». E così è stato, visto che il mercato ha ormai abbandonato le tastiere fisiche sugli smartphone. Un amore per far felici i clienti che si riflette anche in una vicenda strappalacrime di qualche Natale fa, quando una dipendente Apple ha regalato alla nipote un iMac rivelatosi non funzionante. Impossibilitata a una sostituzione tempestiva agli Apple Store perché non prevista dalle policy della Mela, la dipendente decise di scrivere una mail a Steve Jobs, chiedendo delucidazioni. Nel giro di un’ora, il 25 dicembre, alla nipote è stato consegnato un nuovo iMac, con tanto di missiva dall’iCEO in persona, tramutato in Babbo Natale in salsa Mela: «Ho, Ho, Ho!».
Sono molte altre le rivelazioni sul conto dell’amato ma discusso fondatore di Apple, tra cui l’intuizione – nei lontani anni ’80 – di un futuro fatto di iPad. Una visione geniale di cui si sente la mancanza, ma di cui gli utenti Apple non dovrebbero, almeno nel medio periodo, preoccuparsi: pare che le idee e i brevetti di Steve garantiranno nuovi prodotti alla Mela almeno per i prossimi 10 anni.