ZTE non è un pericolo per la sicurezza

ZTE respinge le accuse degli Stati Uniti e suggerisce di controllare anche le aziende occidentali che producono le apparecchiature in Cina.
ZTE non è un pericolo per la sicurezza
ZTE respinge le accuse degli Stati Uniti e suggerisce di controllare anche le aziende occidentali che producono le apparecchiature in Cina.

Dopo Huawei, anche ZTE risponde alle accuse rivolte dalla House Permanent Select Committee on Intelligence degli Stati Uniti di essere un’azienda pericolosa per la sicurezza nazionale. Il secondo produttore cinese di apparecchiature per telecomunicazioni ha pubblicato un lungo comunicato con quale conferma la sua totale indipendenza dal Governo di Pechino e la disponibilità di collaborare per individuare eventuali attacchi contro i sistemi informatici statunitensi.

La House Permanent Select Committee on Intelligence ha stilato un rapporto in cui veniva consigliato alle agenzie governative degli Stati Uniti e alle principali aziende nazionali di evitare l’utilizzo di apparecchiature di rete, di telecomunicazioni o altro hardware prodotto da Huawei e ZTE. Da molti anni, il Governo statunitense sospetta che i dispositivi delle due aziende cinesi siano utilizzati per eseguire attacchi informatici e per compiere attività di spionaggio.

Il Comitato ha verificato che ZTE adotta un Trusted Delivery Model, con il quale il produttore affida il controllo di hardware, software e firmware ad un laboratorio indipendente di terze parti, sotto la supervisione delle agenzie governative degli Stati Uniti. Nonostante ciò, dopo un anno di indagini, ZTE non è stata ritenuta un’azienda libera dall’influenza dello Stato cinese. Secondo David Dai Shu, direttore degli affari pubblici, le conclusioni del rapporto sono basate solo sulla provenienza geografica e non su comportamenti considerati illegali.

ZTE dovrebbe essere evitata solo perché è un’azienda cinese, ma negli Stati Uniti quasi tutte le apparecchiature di telecomunicazione vendute da fornitori occidentali sono fabbricate in Cina, per cui teoricamente dovrebbero essere messe al bando. Tra l’altro ZTE ha venduto apparecchiature per un importo inferiore ai 30 milioni di dollari nell’ultimo anno, mentre solo due aziende occidentali hanno superato i 14 miliardi di profitto. Se lo scopo del Comitato è quello di salvaguardare la sicurezza nazionale, spiega il gruppo, allora dovrebbe controllare anche i produttori statunitensi.

La situazione si fa tesa. Secondo quanto trapelato Cisco avrebbe già allontanato Huawei dalle proprie forniture per evitare problemi sul mercato USA e l’ostracismo potrebbe continuare limitando del tutto la quota di mercato dei due gruppi. Il che potrebbe però generare frizioni di grave entità tra USA e Cina, andando ben oltre i soli casi specifici e tirando in ballo un rapporto sempre più problematico tra mercato occidentale e mercato orientale.

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