1,45 milioni di blog oscurati in un colpo solo, a causa della pubblicazione non autorizzata di un questionario avvenuta nel 2007. È quanto successo agli iscritti di EduBlogs, piattaforma che gestisce pagine personali dedicate all’istruzione, a cui il fornitore di servizi ServerBeach ha letteralmente staccato la spina nella notte di mercoledì. La causa? La ricevuta notifica per una violazione del DMCA (Digital Millennium Copyright Act) da parte di uno dei blog ospitati.
Il documento in questione è protetto da diritto d’autore, venduto da Pearson al prezzo di 120 dollari. Cinque anni fa un utente di EduBlogs lo ha pubblicato integralmente senza autorizzazione, l’editore lo ha notato e ha chiesto alle autorità competenti di prendere i dovuti provvedimenti. Queste hanno avvisato la società ServerBeach di quanto accaduto, che vista l’impossibilità di mettere offline solamente il blog interessato ha preferito oscurare l’intero network, tornato online dopo circa un’ora.
Ovviamente le due parti in causa hanno versioni differenti della vicenda da raccontare. EduBlogs, che paga circa 7.000 dollari ogni mese per l’hosting, sostiene di non aver avuto modo di provvedere diversamente, in quanto non avvisata della pagina incriminata. ServerBeach dichiara invece di aver comunicato il problema al suo cliente più volte prima di procedere all’interruzione del servizio. Il diverso fuso orario che separa le due aziende, una australiana e l’altra statunitense, evidentemente non ha aiutato nella comunicazione tra le parti.
Il tutto sembra dunque essersi risolto con un’ora di blackout, durante la quale quasi un milione e mezzo di blog sono risultati irraggiungibili. In realtà bisognerebbe interrogarsi sul perché di una simile reazione di ServerBeach alla notifica relativa al DMCA. Comprendere dove finisca la responsabilità di ognuno e inizi il mancato rispetto del copyright da parte dell’altro non è impresa semplice, tuttavia quanto accaduto risulta significativo per capire come una denuncia per la pubblicazione non autorizzata di un singolo documento sia in grado di mettere in ginocchio un mezzo di comunicazione e divulgazione utilizzato da milioni di utenti.