Google, il noto motore di ricerca e i relativi servizi offerti, è stato censurato in Cina secondo quanto riporta il portale Greatfire.org. È la prima volta che accade da quando il sito ha cominciato a monitorare le operazioni di censura tipiche del governo cinese nei confronti del Web. Il riferimento non è solamente al dominio principale, ma anche ai sottodomini correlati a Google Analytics, Documents, Play, Drive, Maps e altro ancora. Il Google Transparency Report segnala che i servizi sono tornati regolarmente online nella mattina di sabato 10 novembre.
Venerdì 9 novembre, giorno del “blocco” di Google, ricorreva il secondo appuntamento del Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, indetto per stabilire la prossima generazione dirigenziale del paese. Non è da escludere quindi che il governo abbia deciso di provare a limitare l’accesso all’informazione ai suoi cittadini, episodio tutt’altro che raro in Cina, in un periodo nel quale si decide il futuro della Repubblica Popolare.
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Quello che non è facile comprendere al momento è perché la censura sia stata applicata per un solo giorno: era pianificato così oppure la nuova classe dirigente ha voluto subito dare un forte segnale di apertura al mondo, pronto a “indignarsi” per l’ennesima volta?
La situazione è comunque sotto controllo da parte dei media e degli esperti di tutto il mondo, per capire se ci sarà un secondo blocco in questi giorni. Anche oggi si sono registrati dati anomali, ma Google, che è il secondo motore di ricerca in Cina dopo Baidu, conferma che i servizi sono al momento pienamente operativi.