Il raggiungimento di traguardi come il miliardo di account attivi ha permesso a Facebook di dominare fino a oggi l’ambito social network, un terreno però in continua evoluzione e che nei prossimi anni potrebbe riservare ribaltoni al vertice. È quanto spera bigG, che con la piattaforma Google+ lanciata nel giugno 2011 ha gettato il proprio guanto di sfida al colosso di Mark Zuckerberg. Il divario che separa i rispettivi bacini d’utenza è ancora ben lontano dall’essere colmato, ma la rivalità fra i due progetti si fa sempre più accesa, come dimostrano le parole di Bradley Horowitz.
L’uomo chiave di Google+ ha rilasciato un’intervista alla redazione di BusinessInsider nella quale affronta un argomento tanto importante quanto spinoso nel mondo del Web 2.0: l’advertising. Nessuna dichiarazione diplomatica, nessun timore di affrontare a viso aperto il concorrente nonostante il gap da colmare in termini numerici. Quello di Horowitz è un attacco frontale al social network in blu.
Le pubblicità su Facebook possono essere paragonate a qualcuno che, con un chiosco di sandwich, interrompe la conversazione tra due persone per cercare di vendere loro del cibo. Se sto cercando di comunicare in quel sacro spazio che è la connessione sociale non importa se mi piacciono i sandwich, non importa se adoro mangiarli con la senape, quello è il momento sbagliato per propormi di acquistarlo.
Un accostamento forte ma efficace, che punta ovviamente il dito contro la pratica attuata da Facebook di includere le inserzioni nello stream di aggiornamenti che gli utenti ricevono dai propri contatti. L’approccio di Google, secondo Horowitz, è totalmente diverso: anziché mischiare le pubblicità ai messaggi generati dagli amici, l’advertising di bigG punta tutto sulle loro raccomandazioni tramite il pulsante +1, mettendo in risalto un risultato piuttosto di un altro quando l’utente esegue una ricerca.
Se la crescita di Google+ può essere definita soddisfacente almeno dal punto di vista prettamente numerico, con oltre 100 milioni di account attivi su base mensile, la strada da percorrere per insidiare Facebook è ancora molto lunga. La piattaforma dovrà innanzitutto evolvere in una forma maggiormente “user-friendly”, cioè puntando di più sull’interazione diretta fra i suoi iscritti. Un limite che è la stessa azienda di Mountain View a riconoscere con un esempio piuttosto esplicativo.
Siamo soddisfatti dei progressi registrati, ma Google+ non è ancora il posto prediletto dagli utenti per augurare buon compleanno ai propri amici.