Cellulari: pericolosi per la salute oppure no? Una domanda, questa, alla quale non si è ancora riusciti a fornire una risposta e che forse dovrà attendere ancora a lungo affinché i test possano condurre alla verità. La petizione di Innocente Marcolini è l’occasione più opportuna per tornare a valutare lo stato dei fatti, poiché è sui numeri che occorre ragionare per interpretare statistiche e ricerche sul campo.
Mentre le ricerche si sovrapponevano generando più che altro confusione attorno alle evidenze raccolte, gli enti che si occupano di sanità hanno deciso di correre temporaneamente ai ripari, individuando quantomeno un parametro in grado di fornire una stima indicativa circa l’impatto che le onde elettromagnetiche possono avere sulla salute: trattasi dello Specific Absorption Rate (SAR), un indicatore del livello di aggressività dei dispositivi elettronici nei confronti delle regioni del corpo con le quali sono a contatto durante l’utilizzo.
Il SAR, misurato in Watt per chilogrammo, è quindi un indice di quanto un particolare dispositivo può rivelarsi pericoloso per la salute. Un elevato valore di tale parametro per uno smartphone o un cellulare sta a rappresentare quindi un pericolo maggiore per l’incolumità dell’utente, motivo per cui sono stati definiti limiti massimi cui i produttori devono attenersi per poter mettere piede nel mercato della telefonia: in Italia, ad esempio, il valore massimo consentito è pari a 2 Watt al chilogrammo per 10 grammi di tessuto, mentre negli USA si scende a 1,6.
L’indice SAR è legato a grandezze quali il campo elettrico generato dalla sorgente, la densità del tessuto e dalla conduttività elettrica del materiale utilizzato, ed indica quindi il tasso di assorbimento del corpo umano sotto l’azione del campo elettromagnetico prodotto da una sorgente (ad esempio l’antenna di uno smartphone). Tale parametro è utilizzato non solo nella telefonia mobile, ma anche ad esempio nel campo della sanità per misurare l’impatto di esami di risonanza magnetica, e rappresenta un indicatore da tenere sicuramente in considerazione durante l’acquisto di un nuovo cellulare. Il suo valore è fortemente connesso poi alla regione del corpo che si intende analizzare: per lo stesso dispositivo, infatti, l’indice SAR può variare a seconda che si analizzi il viso piuttosto che un’altra zona.
Da diverso tempo i principali produttori hanno dimostrato particolare attenzione alla problematica, in parte anche perché spinti dagli enti governativi a rientrare nei canoni previsti dalla legge per poter immettere nuovi device sul mercato. Si scopre così che l’iPhone 5 di Apple, ad esempio, ha un indice SAR di 0,901 W/Kg, compiendo un nuovo passo in avanti rispetto ai precedenti modelli (0,988 per l’iPhone 4S, 0,930 per l’iPhone 4).
In linea con l’azienda di Cupertino anche il Lumia 800 di Nokia (0,940 W/Kg per ogni 10 grammi di tessuto), così come il Lumia 920 (1 W/Kg). Risultati ancora migliori per Samsung, che con il suo Galaxy S III è riuscita a raggiungere un valore pari a 0,55 W/Kg, lo stesso registrato dal Nexus 4 di LG, mentre il RAZR Maxx di Motorola rappresenta uno dei peggiori device di fascia alta in tal senso con 1,45 W/Kg. Il peggiore in assoluto tra quelli monitorati dal SAR Database è invece l’HTC Shift, con un indice pari ad 1,9 che sfiora il limite massimo italiano e sfora invece i parametri richiesti dal mercato USA.