Gli azionisti Apple hanno vissuto ieri una brutta giornata in borsa: la quotazione, dopo una partenza estremamente difficile, è terminata nel peggiore dei modi con una caduta complessiva pari al 6,43%, con un ulteriore scivolamento verso il basso durante le trattative after-hour. A tutto ciò non è possibile però trovare una causa precisa, il che circonda il titolo AAPL di molti punti interrogativi.
Gli analisti si dividono: da chi guarda ai fondamentali a chi guarda specifici parametri di valutazione, ed alla fine le chiavi di lettura più gettonate puntano il dito su DigiTimes e su di un report che ipotizza vendite in calo durante i primi mesi del 2013. Tuttavia nessun tassello sembra essere quello decisivo: si parla di semplici oscillazioni di matrice finanziaria, si suggeriscono punti di vista legati al tipo di azionariato che ha messo in vendita le proprie quote, si ipotizza la deviazione di China Mobile da Apple verso i Nokia Lumia, ma nulla sembra comunque concordare con quella che è la realtà dei fatti. La realtà, infatti, è quella di un gruppo che siede su decine di miliardi di dollari cash, con un parco prodotti senza pari (iPhone 5, iPad ed iPad Mini in primis) e molti progetti ancora da portare sul mercato.
Che il titolo fosse sovraquotato era cosa nota a tutti, ma l’entusiasmo attorno alla mela è tale da motivare anche le quotazione da record dell’ultima stagione. Ora probabilmente il surplus si è sgonfiato e la quotazione è tornata ad una situazione più normale e realistica, ma la caduta è stata repentina. Mentre a settembre il titolo AAPL gravitava oltre i 700 dollari, la chiusura odierna è a quota 538: complessivamente la compressione è nell’ordine del -20% nel giro di un trimestre circa, ma occorre altresì considerare come da inizio anno ad oggi le azioni del gruppo abbiano reso agli azionisti il 33% (al netto della caduta delle ultime ore).
La caduta non è peraltro troppo distante da quella di un gruppo come Microsoft, le cui azioni sono notoriamente più solide e sgombre da eccessiva volatilità, il che sembra pertanto isolare il -6,43% all’interno di un semplice caso isolato, frutto di una molteplicità di cause concomitanti, ed interno ad una più generale flessione di un titolo per troppo tempo sopra le righe.