Da almeno due anni, ormai, non c’è trasmissione televisiva di un certo appeal che non sia seguita su Twitter con apposito hashtag. Così come molti eventi, live o da studio, riproducono in tempo reale il flusso dei tweet, per aumentare a dismisura l’effetto di rispecchiamento dell’utente. Tutto questo deve aver convinto la Nielsen, una società storica degli Stati Uniti che dal dopoguerra si occupa di pubblicità e analisi di mercato, a stringere un patto con il microblogging californiano. La televisione avrà in futuro una diversa metrica: numeri di audience, sì, ma anche numeri sulle conversazioni.
Miscelare, arricchire i dati di ascolti con il social è una prospettiva decisamente interessante, anche se non perfettamente statistica. Ciò che importa alla Nielsen, con ogni evidenza, è la reazione degli inserzionisti e le potenzialità di marketing di questa metrica qualitativa.
In base all’accordo siglato ieri a San Francisco, Nielsen e Twitter lavoreranno insieme alla nuova metrica per poterla utilizzare nell’autunno 2013 con la nuova stagione televisiva:
In qualità di leader nella misurazione dei media ci rendiamo conto che Twitter è la fonte preminente dei dati televisi in tempo reale. I nostri utenti amano l’esperienza condivisa di guardare la televisione mentre sono impegnati con altri spettatori nella conversazione online.
La questione tecnica è abbastanza complessa e richiederà probabilmente strumenti di analisi semantica, non soltanto numerica, ma la Nielsen ha appena acquisito SocialGuide, una società che attualmente cattura l’attività Tv-Twitter per tutta la programmazione degli Stati Uniti attraverso 234 canali in inglese e spagnolo, e più di 36.000 programmi. Grazie a un sofisticato processo di classificazione, SocialGuide considera il numero di tweet unici associati a un dato programma: da qui partirà il lavoro dei due partner.
L’intuizione che vi è dietro è intelligente: la proliferazione degli smarphone ha creato una popolazione sempre connessa, il loro stile di consumo visuale non è paragonabile a quello del pubblico soltanto di dieci anni fa. Perciò, anche se Internet e la televisione continuano ad essere due cose separate, non lo sono dal punto di vista del consumo, con le immaginabili conseguenze commerciali: interazione, marketing crossmediale, persino cambiamenti di rotta sui contenuti in tempo reale. Questa metrica può davvero cambiare molto la televisione americana. La domanda è se cambierà anche Twitter.
Il social, che ha appena superato il traguardo dei 200 milioni di utenti attivi al mese, dovrà stare attento a non irritare la sua community, notoriamente sensibile, e a gestire la piattaforma in modo che le conversazioni restino libere.
https://twitter.com/twitter/statuses/281051652235087872
Il rischio, altrimenti, è un “effetto Grande Fratello”: il soggetto sa di essere osservato e questa consapevolezza modifica i suoi comportamenti fino a inficiare lo scopo stesso dell’osservazione.