Instagram: epic fail

Il social modifica i termini d'uso: dal 2013 potrà vendere le foto degli utenti senza consenso e compenso. Su Twitter si scatenano le proteste.
Instagram: epic fail
Il social modifica i termini d'uso: dal 2013 potrà vendere le foto degli utenti senza consenso e compenso. Su Twitter si scatenano le proteste.

La notizia data da Instagram, l’applicazione killer recentemente acquisita da Facebook, che dal 16 gennaio prossimo potrà rivendere le foto degli utenti senza bisogno di permessi e senza ricompense ha lasciato stupefatta la sua community. Una decisa virata verso un modello di business che non può non far pensare a Menlo Park e alla logica di una società quotata in Borsa che ha appena chiuso un referendum senza quorum che la lascia a mani libere. La rete si divide: c’è chi considera questa mossa come inevitabile e chi invece ha intenzione di protestare cancellando il proprio account. Per molti, stavolta Big F l’ha fatta grossa.

La decisione della società può essere interpretata come l’emblema di ciò che può succedere a una startup di enorme successo che accetta di farsi acquisire da un gigante. Una misura così impopolare che nell’ambiente qualcuno già pensa che tra i trend del 2013 si imporrà chi avrà l’ambizione di detronizzare Instagram, fino ad oggi incomparabile per numeri a qualunque altro servizio di imaging in mobilità.

Cosa comportano i nuovi termini d’uso? Quattro sostanziali cambiamenti. Instagram potrà:

  • Condividere le informazioni sui suoi utenti con Facebook, la sua società madre, così come con società affiliate e inserzionisti.
  • Usare le foto per la pubblicità secondo il modello delle notizie sponsorizzate di Facebook (per cui anche una persona senza un profilo Instagram potrebbe trovarsi dentro un’inserzione che adoperasse una foto di un suo amico in cui è stato immortalato)
  • Non specificare che un dato elemento sul sito è una inserzione pubblicitaria.
  • Considerare l’utilizzo del servizio come accettazione implicita di queste condizioni, dando come unica alternativa la cancellazione dell’account.

Intanto, in Rete, sta accadendo di tutto. All Things Digital invoca una protesta di massa contro Mark Zuckerberg, mandandogli messaggi o riempiendo Instagram di immagini simboliche per ribadire il proprio no a questo cambiamento.

La società, da par suo, cerca di difendersi spiegando che si tratta di una forma di difesa innanzitutto da insidie esterne («se non dicessimo che le foto sono nostre, qualcuno potrebbe approfittarne») e che il principio è quello di difendersi dalla spam. Per il momento la sensazione è che gli utenti non siano affatto convinti.

Su Twitter, gli hashtag si susseguono a grande velocità, tra delusione, ironia, e istruzioni su come cancellarsi da Instagram, non prima di aver salvato tutte le proprie foto. Il metodo è semplice: si clicca su instagram.com/accounts/edit/ e si cancella l’account, ma prima si va su instaport.me per fare il download in formato .zip.

Aggiornamento (19 dicembre)

Il passo indietro di Instagram

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