Se i caratteri mobili sono stati grazie a Gutemberg una vera e propria rivoluzione per la stampa, altrettanto potrebbe accadere in futuro grazie al “carbomorph”. Trattasi di un nuovo materiale in fase di studio presso l’Università di Warwick, il quale sembra ben promettere per una delle applicazioni più interessanti in ottica futura. Secondo i ricercatori, infatti, tale materiale potrebbe essere utilizzato per stampare in casa gadget elettronici di ogni tipo, dalla circuiteria alle rifiniture esterne.
Nei laboratori dell’università sono stati quindi condotti una serie di esperimenti che hanno fornito per il momento risultati particolarmente interessanti. Mediante una semplice stampante 3D, non particolarmente costosa ed orientata principalmente al mercato degli appassionati più che ad un utenza professionale, è stato infatti possibile stampare un controller per videogiochi nella sua interezza, procedendo strato dopo strato alla sua composizione tridimensionale partendo da un modello al PC.
Mediante tale materiale potrebbe quindi esser possibile stampare in casa qualsivoglia gadget, anche con interfacce touch, grazie alla possibilità di realizzare superfici sensibili al tatto. Per il momento sono state realizzate strutture relativamente semplici, costruendo oggetti funzionanti non eccessivamente complessi: il prossimo step, sottolineano i ricercatori, è la realizzazione di un sistema in grado di realizzare oggetti più complicati, a partire dai cavi di collegamento necessari all’utilizzo di tali device in ambienti reali.
Ogni singolo componente viene quindi stampato attraverso la stampante 3D, potendo così realizzare gadget elettronici di ogni genere: dai tablet ai telecomandi, dai lettori MP3 agli smartphone, arrivando fino ad oggetti di dimensioni maggiori come gli apparecchi televisivi. Simon Leigh, responsabile del team che conduce le ricerche, ha tuttavia sottolineato come tale scenario, potenzialmente in grado di rappresentare la realtà del futuro, sia ad oggi ancora lontano: le tecnologie realizzate nei laboratori potrebbero infatti nel breve termine fornire un importante ausilio nel settore didattico, prestandosi soltanto in futuro alla produzione di gadget per uso personale.