Inserzioni pubblicitarie video, embeddate nel feed delle Notizie in Home Page, che partono da sole senza bisogno di clic. Questa dovrebbe essere, secondo indiscrezioni, la nuova frontiera della pubblicità su Facebook. Il meccanismo è semplice: Facebook vende gli spazi e fornisce parametri tecnici e dati algoritmici, gli inserzionisti acquistano lo spazio producendo il video secondo questi parametri e il target a cui è indirizzato. Insomma, Big F è sempre più intenzionato a puntare sugli aspetti commerciali di società terze e affiliate.
La notizia, uscita negli Stati Uniti grazie ad AdAge, un portale che si occupa di advertising online, sta facendo discutere parecchio, anche se meno di quanto abbia fatto il clamoroso autogol di Instagram (controllata di Menlo Park), poiché si tratta di un ulteriore livello di intrusione economica nelle attività sociali.
Non molto altro si sa di questi spot, se non che dureranno 15 secondi, la metà di un comune spot televisivo ma più lungo di uno spot breve da trasmissione sportiva. Formato un po’ diverso da quello generalmente presente sui social. In realtà, non si tratta di una novità assoluta: gli inserzionisti possono già produrre spot sul sidebar e sul feed, ma è una funzione poco sfruttata probabilmente proprio a causa degli scarsi clic.
Facebook ha così deciso, secondo le voci di corridoio, di proseguire sulla strada delle featured stories sperimentata con successo sulla versione per smartphone. Gli annunci in mobilità, infatti, sono più aggressivi, gestiti in tempo reale in base agli spostamenti e alle scelte di consumo condivise che taggano i brand in tempo reale. Le notizie di Facebook dovrebbero diventare sempre più simili a questo modello, con l’aggiunta dell’autoplay per scongiurare l’indifferenza dell’utente.
Sembra che Facebook abbia già mostrato ad alcuni inserzionisti – quelli che hanno realizzato grossi investimenti in spot televisivi – un’anteprima del nuovo prodotto pubblicitario, spiegando che questa inserzione potrà essere mostrata fino a tre volte al giorno, considerando il desk e lo smartphone insieme, lasciando a ciascuno la gestione di queste chance. L’idea è facile da intuire: il social network deve spostare una grande somma di denaro dalla pubblicità televisiva – ancora la più forte, in tutto il mondo – al web e per farlo deve cominciare da quelli che hanno già prodotto video utilizzabili, adattabili semplicemente tagliandoli.
Se dunque Twitter aiuterà la televisione a creare una nuova metrica considerando il multitasking dell’utenza, Facebook vuole invece fornire utenza alla pubblicità in forma concorrenziale alla televisione. Buone potenzialità, ma due problemi: il suono, perché Facebook pensa non sia il caso di abbinare l’autoplay al suono dello spot (per tante ragioni, compreso il fatto che il sito è spesso una scheda perennemente aperta del browser anche sul lavoro), e gli algoritmi.
Affinché questo nuovo advertising funzioni bisogna essere sicuri che l’inserzione copra uno spazio molto ampio, tuttavia resta sempre la questione della privacy, con la scottatura delle notizie sponsorizzate. Chi vedrà questi video? Le persone effettivamente interessate secondo le loro attività o anche i loro amici? E secondo quale meccanismo e con quale grado di informazione all’utente?
Anche per questo, ci si aspetta un grande lavoro di feedback prima del lancio. Possibilmente senza retromarce.