Il 2012 non verrà di certo ricordato per le Mappe di iOS 6. La cartografia sostitutiva di Google Maps si è rivelata un vero e proprio fallimento per Apple, tra indicazioni stradali erronee e le più disparate polemiche, tanto che la stessa azienda è dovuta correre ai ripari silurando Scott Forstall e affidando il tutto alla certosina gestione di Eddy Cue. Ma quali sono le strategie che Cue, il “Mr Fix It” dell’azienda, potrà mettere in atto per salvare il salvabile?
Qualche indiscrezione è già emersa nelle ultime settimane, soprattutto a livello dirigenziale: Cue pare abbia costruito un nuovo team di lavoro – licenziando anche alcuni manager come Richard Williamson – focalizzato sulla completa ristrutturazione delle mappe. E pare stia intensificando i rapporti con le società esterne, quali TomTom, affinché le imprecisioni vengano del tutto azzerate. Ma basterà tutto questo per competere con un colosso come Google Maps, tornato in pompa magna proprio su iOS 6?
Rispondere non è affatto semplice, soprattutto perché le informazioni che trapelano da Cupertino arrivano con il contagocce. Il primo dettaglio a disposizione del pubblico è sicuramente la “nuova era”, la ventata di aria fresca che Cue sta portando all’intero progetto. Scott Forstall si è fermamente rifiutato di controfirmare la lettera di scuse voluta da Tim Cook per le Mappe di iOS 6, convinto di non poter essere caduto in errore. E pare si sia sempre sottratto dal creare una situazione di lavoro piacevole per i suoi dipendenti, tanto che al suo licenziamento si dice che in quel di 1 Infinite Loop vi siano stati addirittura dei party. Cue è tutt’altro universo, perché non solo è amato dai dipendenti, ma anche perché non ha timore nel prendersi le proprie responsabilità. Lo spiega il Wall Street Journal:
«I dipendenti apprezzano il fatto che Cue non si vergogni nell’ammettere i propri errori, dicendo anche frasi come “Abbiamo fatto una ca**ata”.»
L’umiltà è certamente il prerequisito affinché le Mappe possano tornare a risplendere: riconoscere un problema è il metodo più rapido per risolverlo. A questo si aggiunga una spiccata propensione di Cue per i collegamenti interdisciplinari, che potrebbe sfruttare in modo sapiente così come ha fatto per la rivoluzione digitale del libri di testo targata Apple. In quel frangente, il dirigente è riuscito a stringere accordi strategici con tutti gli editori scolastici, ha interrogato esperti del settore per comprendere quali fossero le specifiche necessità di un libro di testo in digitale e ha collaborato con docenti campione affinché iBooks Author, iTunes U e iBooks fossero a prova di bambino. E lo stesso pare stia già facendo per le Mappe. Si è saputo, ad esempio, come il team di Cue abbia contattato Foursquare per stringere un accordo di collaborazione, un fatto questo positivo per il futuro della cartografia targata mela morsicata. La possibilità di garantire un “check in” agli utenti direttamente dalle Mappe di iOS potrebbe incentivarne l’uso e, non ultimo, l’eventuale feedback su indicazioni erronee o percorsi completamente aleatori sarebbe immediato. In caso la notizia fosse vera, Cue avrebbe già centrato uno degli obiettivi principali di un simile servizio: essere sempre affidabile, con correzioni in real time.
Sono quindi concertazione, umiltà e interconnessione gli ingredienti per la rinascita delle mappe, a cui se ne aggiunge un quarto, di recentissima pubblicazione: la perfezione. Cue non ha intenzione di fornire impressionanti nuove feature per riconquistare l’utenza, non vi sarà un 3D sempre più spettacolare, non vi saranno nuove e mirabolanti funzioni gestite da Siri. Cue vuole il perfezionamento di quelle esistenti. L’ha svelato CNet nel suo articolo sulle top five del 2013 per Apple, dove si è appreso come il dirigente abbia chiesto ingenti investimenti in performance piuttosto che in nuove feature. Così facendo, forse le Mappe di iOS 6 non riusciranno immediatamente a competere con Google Maps. Ma un dato, fino a oggi tutt’altro che scontato, appare ormai una garanzia: funzioneranno.