Google ha dato il via nel 2011 alla costruzione di tre nuovi data center situati in Asia, più precisamente a Singapore, Taiwan e Hong Kong, con un investimento complessivo stimato in circa 300 milioni di dollari. L’obiettivo è quello di migliorare l’accesso ai propri servizi nei paesi orientali, dove un numero di utenti in continua crescita e infrastrutture non sempre all’altezza spesso costringono chi naviga a sopportare tempi di attesa e caricamento prolungati, prima di poter usufruire dei siti e delle piattaforme messe a disposizione da bigG.
Il data center di Singapore entrerà in funzione nei primi mesi dell’anno, quello di Taiwan nella seconda parte del 2013, mentre per quanto riguarda il terzo di Hong Kong i lavori sono ancora lontani dal completamento. Uno dei territori che maggiormente beneficerà dall’accensione dei nuovi server sarà quello indiano, dove gli utenti godranno di un incremento pari al 30% nella velocità di accesso alle ricerche Google, ai filmati in streaming su YouTube, alla posta elettronica di Gmail, ai documenti di Docs e così via. Una notizia ben accolta da Lalitesh Katragadda, a capo della sezione Google Products per l’India.
La velocità media delle connessioni Internet in India non è molto elevata, per questo motivo i nuovi data center giocheranno un ruolo di cruciale importanza per il nostro mercato, a causa della loro vicinanza.
La corretta collocazione degli impianti nelle diverse aree del pianeta è essenziale per un gruppo come bigG, che ha come obiettivo quello di portare il proprio portfolio di servizi in tutto il globo. Al di fuori del territorio asiatico, Google ha sette giganteschi data center negli Stati Uniti e altri tre installati rispettivamente in Irlanda, Belgio e Finlandia.
L’India rappresenta uno dei territori chiave per il business del colosso di Mountain View, con oltre 100 milioni di utenti e un market share che supera il 95% per quanto riguarda le ricerche online. Migliorare l’accesso ai propri servizi significa rendere ancora più solida la propria leadership, soprattutto in vista della crescita prevista per i prossimi anni nei paesi emergenti.