Google Play vs. App Store, uno scontro che va di pari passo con il testa a testa Android vs. iPhone (o iPad), da giocare sul terreno dei dispositivi venduti oppure su quello del software disponibile per le due piattaforme. Secondo una previsione pubblicata nei giorni scorsi da The Sociable, sarà il negozio virtuale di bigG a tagliare per primo un traguardo significativo: un milione di applicazioni disponibili per il download. Questo potrebbe avvenire già nel mese di giugno.
In ottobre lo store di Google ha raggiunto quello di Apple a quota 700.000 app, grazie a un ritmo di crescita decisamente sostenuto. Per questo motivo gli analisti si aspettano che sia la piattaforma di bigG a sfondare per prima il milione di software, facendo così segnare un sorpasso importante sulla concorrenza, almeno in termini numerici.
Il report debutta in Rete quasi in concomitanza con quello che nella giornata di ieri ha visto App Store raggiungere i 40 miliardi di download. Come segnalato di recente, Google Play si è dimostrato negli ultimi mesi in grado di far segnare una vera e propria impennata nel volume d’affari per gli sviluppatori impegnati in ambito Android, con un +43% nei guadagni in soli quattro mesi. Lo store di Cupertino resta però quello maggiormente redditizio per programmatori e software house.
Impossibile scindere il tasso di crescita dello store di Mountain View dal successo che sta ottenendo la piattaforma mobile sul mercato, soprattutto in ambito smartphone, dove il sistema operativo è arrivato a conquistare il 53,7% di market share, con un consistente margine di vantaggio su iOS, fermo al 35%. Le cose potrebbero però cambiare in futuro: sebbene Windows Phone sembra non aver ancora trovato la giusta strategia per conquistare l’utenza, a fine gennaio verrà presentata in via ufficiale BlackBerry 10, insieme ai nuovi dispositivi che Research In Motion ha preparato per il suo rilancio. Questo potrebbe attirare l’attenzione di chi sviluppa, che negli ultimi anni ha progressivamente abbandonato al piattaforma RIM per concentrarsi sulle alternative offerte da Google e Apple.