Con l’approvazione della legge 221, ex Decreto Crescita bis, l’Italia si è dotata di un’Agenda Digitale, che prevede una serie di obiettivi e anche di obblighi di legge completamenti nuovi. Il ministero dello Sviluppo, ad esempio, deve stabilire i criteri di definizione degli incubatori, mentre la Consob dovrà definire le regole del crowdfunding online, sia dei portali che offrono questa possibilità, sia delle offerte stesse. Il metodo iniziale è il medesimo: una indagine conoscitiva.
Per questo da ieri la Consob ha lanciato un questionario rivolto a tutti coloro che si offrono come portale di crowdfunding per le startup innovative che rientreranno nei criteri stabiliti dalla legge. Le startup possono, tramite questi portali, effettuare offerte di propri capitali di rischio (a condizione che tali offerte abbiano un corrispettivo totale inferiore alla soglia di applicabilità, che è di 5 milioni di euro). Dunque anche in Italia sta per arrivare la modalità dell’equity crowdfunding, basato cioè sulle azioni finanziarie – da qui l’intervento della Consob – e non su donazioni.
La Consob dovrà definire una disciplina che risponda, sempre secondo la legge, all’esigenza di tutelare gli investitori. Fornendo, ad esempio, gli strumenti per effettuare una valutazione del profilo rischio/rendimento degli strumenti finanziari oggetto dell’offerta sul portale. Questa opportunità per le startup ha quindi bisogno di un inquadramento normativo che la disciplini, trattandosi della delicata materia del capitale di rischio. A soli dieci giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale c’è già il questionario, che servirà a una prima impressione.
Nel questionario c’è una sezione anagrafica, poi una serie di domande per i potenziali gestori di portali di crowdfunding, anche a risposta aperta, che chiedono di esplicitare l’esperienza e le attese, per aiutare l’autorità di vigilanza a fare meglio il proprio lavoro. Molte delle domande sono poi ripetute anche per i potenziali investitori, che utilizzerebbero questi portali, sia quelli professionali che quelli imprenditoriali, e anche ai titolari delle startup, in una sorta di dialogo che cerca di stabilire le migliori modalità e le attese dei diversi attori in campo.
Le risposte dovranno pervenire entro l’8 febbraio 2013.