Siri piace a tutti, ma non ai cinesi. L’acclamata assistente vocale di Apple, traino di vendite per gli iPhone 4S e gli iPhone 5, fatica a imporsi fra gli utilizzatori d’oriente. Le motivazioni? A quanto pare dalle parti della Cina gli utenti non hanno tempo da perdere: non solo Siri faticherebbe a comprendere il mandarino, ma gli step necessari per accedere alle sue funzioni sarebbero giudicati troppi e del tutto inutili.
A riportare la delusione dei clienti asiatici è la testata locale Global Times, con delle interviste a campione fra i consumatori targati Mela. Ne emerge un’utenza esigente, molto di più di quanto lo sia quella occidentale, forse perché patria delle più singolari invenzioni. Ecco come ha commentato le funzioni di Siri uno studente ventenne della Beijing Foreign Studies University, Song Ge, uno dei tanti utilizzatori-tipo del mondo iPhone.
«Mia madre ha comprato un iPhone 4S ed ero molto curioso di scoprire Siri. Penso che il traino delle vendite degli iPhone 4S sia stato probabilmente Siri. Ma ne sono rimasto deluso: devo tenere premuto a lungo il tasto home o avvicinare il terminale all’orecchio affinché Siri si adoperi per me. Se avessi il tempo di eseguire queste due azioni, perché mai dovrei utilizzare Siri? Potrei, a questo punto, cercare informazioni o eseguire compiti da me.»
La comprensione linguistica sembra essere l’ostacolo principale per l’utilizzo di Siri in Cina, dato il suo limitato vocabolario. Così spiega Song Yuyang, uno studente di 21 anni dell’Università di Zhejiang:
«Il riconoscimento vocale è scarso. Supporta solo il Putonghua [il mandarino standard, ndr] e bisogna essere molto bravi nel pronunciarlo, come un annunciatore. […] Con il cinese, si è costretti a pronunciare lentamente sillaba per sillaba affinché si venga compresi correttamente. Così la funzione sembra inutile. Chi mai chiederebbe una domanda, ad esempio la temperatura, scandendola sillaba per sillaba, soprattutto in pubblico?».
Non c’è proprio nulla da salvare per Siri in quel di Pechino e dintorni? A quanto pare no. O, meglio, una funzione particolarmente gradita dai consumatori pare vi fosse, ma un recente scandalo sulle prime pagine della cronaca internazionale ha spinto Apple a porvi rimedio. Lo spiega uno dei due ragazzi riportati poc’anzi:
«Ho saputo come tempo fa fosse possibile cercare bordelli con Siri. Questa era la sua unica funzione interessante. Ma dopo lo scandalo sulla stampa, è stata rimossa. Ora è giusto un orpello.»
Diverso è il giudizio della comunità degli sviluppatori, di certo più interessati alle possibilità del sistema di quanto non lo sia il grande pubblico, considerato come Siri venga utilizzata più per gioco e intrattenimento che per effettivi task quotidiani. Zhang Meng, un programmatore locale, spiega come gran parte delle feature dell’assistente vocale targato Mela fossero già disponibili nel pacchetto di servizi di Google. La differenza è quanto Apple sia abile a livello di marketing nel creare nuovi bisogni: mentre Cupertino si affida a spot pubblicitari sapientemente curati, Google si limiterebbe all’annuncio sul proprio blog. Vi è però un grande merito di Siri anche in Cina, pur riconoscendo le difficoltà per una lingua tanto ostica quanto il mandarino: la facoltà di utilizzare lo smartphone quando altrimenti impossibile, ad esempio alla guida o per facilitare le operazioni dei consumatori affetti da disabilità.