Né di più, né di meno: la sentenza che ha stabilito la colpevolezza di Samsung nella violazione del copyright Apple è stata confermata in toto, respingendo ogni singola istanza che le due parti hanno sollevato a seguito della decisione originaria del giudice Lucy Koh. Nessuna delle due parti ha dunque avuto la possibilità di piegare a proprio favore la decisione iniziale e la Corte si è dimostrata irremovibile nell’affermare la propria convinzione nei calcoli portati avanti durante il processo per quantificare il danno comminato nelle violazioni accertate.
La sentenza aveva stabilito a suo tempo che Samsung dovesse parare ad Apple una cifra pari ad 1,05 miliardi di dollari a seguito della violazione di 6 brevetti del gruppo di Cupertino. La sentenza ha fatto discutere a lungo poiché da più parti è stata semplificata come una decisione che impedisce a chiunque di produrre dispositivi di forma rettangolare con angoli arrotondati (imitando così la forma di iPhone ed iPad sulla base del design depositato dai legali Apple). Una battaglia che affonda le radici a quanto Steve Jobs era ancora a capo del gruppo, ai primi screzi tra Apple e Android, ad un mercato che stava evolvendo vedendo sempre di più Samsung nel ruolo di protagonista.
Il giudice ha voluto lasciare inalterata la sentenza considerando equa (pur senza spiegarne la quantificazione nel dettaglio) la somma stabilita. Respinte, quindi, le richieste Apple, per la quale la somma sarebbe dovuta salire di almeno mezzo miliardo di dollari per meglio compensare il danno subito dal gruppo; respinte, inoltre, anche le richieste Samsung, per la quale la cifra sarebbe dovuta scendere di almeno 600 milioni di dollari per meglio caratterizzare le violazioni accertate. Respinte anche le velleità Apple di veder sospese le vendite di taluni prodotti Samsung.
Sei brevetti da 1,05 miliardi di dollari: è questo il peso della colpa di Samsung e lo spessore della “guerra termonucleare” che Apple ha scagliato contro i rivali sulla base dell’incipit avuto da Jobs. La guerra è più ampia e coinvolge molti più aspetti, ma è questa la sentenza che ha ad oggi fotografato con maggior incisività gli equilibri legali tra le due parti.