Buon Compleanno, Facebook. Da quella sera del 4 febbraio 2004 ne è passata di acqua sotto i ponti: “thefacebook.com” (questo il suo primo nome), era l’evoluzione di un altro lavoro che il giovane studente Mark Zuckerberg aveva già messo in cantiere, non aveva affatto idea di che direzione prendere e se avrebbe avuto successo. Nove anni dopo, Facebook è il social da un miliardo di utenti che parlano decine di lingue, è quotato al Nasdaq e ha un valore di mercato di oltre 60 miliardi di dollari. La sua storia è tanto eccezionale da essere già stata raccontata da un film (The Social Network di David Fincher) arrivato agli Oscar.
Anche per le creature della Rete dovrebbe valere il quoziente che usiamo per i nostri animali domestici: a quanti anni umani corrispondono i nove anni di questo social netwok? Facebook è un bambino, un adolescente, un uomo, un anziano? Ha già dato il meglio di sé oppure il meglio deve ancora venire? Per quanti anni ancora avremo il nostro profilo su Facebook?
Questo sito era stato inizialmente pensato solo per mettere in relazione gli studenti dei college americani, poi è diventato un nuovo standard delle relazioni virtuali dove incontrarsi (le amicizie), fare conoscenza (i post), chiacchierare (la chat), discutere (i gruppi, i commenti), esprimere i propri gusti e apprezzamenti (i like), informarsi (social media), darsi appuntamento (eventi). Il nuovo Facebook è ormai uno strumento ancora più complesso, ulteriormente amplificato dalla novità – in embrione – del Graph Search, che alza l’asticella delle possibilità e di conseguenza anche della nostra attenzione verso il setting della privacy.
Una evoluzione notevole, che a volte sfugge: Facebook permette di inserire immagini dal 2005, ha introdotto i like soltanto nel 2009 (e da allora sono stati cliccati 1,130 miliardi di volte), la bacheca è stata sostituita da una Timeline già cambiata dopo un solo anno. Il suo sbarco sugli smartphone è relativamente recente, ma è fondamentale per catturare le generazioni del dopo-Facebook, quelle più legate alle applicazioni mobili e a Twitter. Per dare un messaggio all’ambiente ha acquistato Instagram prima che lo facesse qualcun altro.
Neppure il tempo di abituarsi alle novità e TechCrunch ha rivelato che Menlo Park sta lavorando a una rivoluzione estetica degli status, permettendo di inserire emoticons, brand, contenuti legati alle proprie attività come musica, cinema, serie televisive, cibo, brand. «Facebook cambierà più quest’anno di quanto sia cambiato in tutti gli anni precedenti», ha annunciato Zuckerberg ai Crunchies, dove ha ricevuto il premio come miglior CEO del 2012.
Per numeri e pervasività, Facebook è ancora imbattibile. Google+ è al secondo posto, Twitter è in grande spolvero. Ma al momento sembra ancora valere la profezia che fece Steve Jobs a Washington alla cena alla Casa Bianca a cui partecipò il gotha della Silicon Valley: il social network è Facebook, gli altri perdono il loro tempo.