Sembra sempre più ufficiale: Apple, e in particolare Jonathan Ive, han deciso di dichiarar guerra all’eccessivo skeumorfismo delle interfacce di OS X e iOS, i due sistemi operativi targati Mela. L’indiscrezione rimbalza sul Web sin dalla cacciata di Scott Forstall – convinto skeumorfista – dalle fila dell’azienda, ma oggi viene comprovata da una singolare offerta di lavoro in quel di Cupertino.
«Si ricerca un entusiasta ingegnere Cocoa per aiutarci a re-immaginare come le interfacce utente debbano essere costruite e debbano funzionare»: questo l’annuncio pubblicato da Apple, una proposta di lavoro che di certo non lascia molto spazio al dubbio. L’offerta fa riferimento principale alla suite iLife, il pacchetto di produttività multimediale incluso in ogni Mac, ma vi sono altri dettagli che lasciano intendere un progetto a ben più ampio raggio.
Si è già parlato di come la Mela sia alla ricerca di esperti per il mondo Siri, per far sì che l’assistente vocale si doti di caratteristiche di riconoscimento personale dell’utente, e si è già detto come Cupertino stia per rivoluzionare il mondo delle API per iOS, con un’interfaccia ancora più usabile. Se a questo si aggiunge la propensione marcata di Ive per il minimalismo e la sua recente nomina a responsabile della GUI di iOS, il conto è presto fatto. Ma non si tratterà di una transizione repentina, perché un simile progetto richiederà diverso tempo per poter essere portato a completamento. Qualcosa si potrebbe già intravedere con iOS 7 e con OS X 10.9, ma gli utenti non si attendano nulla di radicale. Lo spiega Brian Blau, analista di Gartner:
«Non credo Apple smetterà mai di ridefinire interfacce e sistemi operativi e con Jony Ive al comando, dovremmo attenderci dei miglioramenti. […] L’aggiornamento delle porzioni principali di un’interfaccia utente non sono semplici: non si vuole distruggere ciò che oggi risulta efficace e nemmeno limitare il modo con cui gli sviluppatori si integrano con le piattaforme. Certamente, vi possono essere delle funzioni e delle feature aggiuntive che potrebbero offrire più flessibilità, usabilità e performance all’interno del contesto di supporto della grande libreria di applicazioni di terze parti.»
Lo skeumorfismo, quel design che riproduce fedelmente oggetti reali in uno spazio virtuale, per molti anni è stato funzionale alla Mela, in particolare per il mondo mobile. L’evoluzione della portabilità, con la sua richiesta di interfacce sempre più veloci e fresche, e un eccessivo ricorso alla tecnica, hanno però convinto Apple a cambiare rotta. Lo skeumorfismo, oltre che a distrarre l’utente, rischia di occupare troppe risorse di computo che potrebbero essere sfruttate per altri scopi. Si pensi a i processi in termini di CPU, RAM e GPU necessari per visualizzare un’agenda che ricalca fedelmente la venatura della pelle o lo strappo della carta: tutti elementi che, effettivamente, potrebbero essere dedicati ad altro.