Si ricorderà di certo come qualche settimana fa sia stato introdotto sul mercato un device Android, pensato unicamente per il mercato brasiliano, dal nome iPhone. Da subito si è ipotizzata una possibile battaglia legale tra Apple e IGB Gradiente, il produttore del device, per il controllo del nome. E pare che per Cupertino non vi siano buone notizie.
Sebbene la decisione dei giudici debba essere ancora formalmente ufficializzata, la testata Folha de S.Paulo riporta come le corti locali abbiano conferito lo sfruttamento esclusivo del marchio iPhone a IGB Gradiente, che ne deterrebbe i diritti sin dal 2000. Effettivamente, sembra proprio che l’azienda abbia brevettato il nome in tempi non sospetti battendo così Cupertino sul tempo, ma se ne saprà di più il 13 febbraio, quando verrà pubblicato il testo della sentenza.
Qualora davvero la Mela uscisse perdente da questa causa, non sarebbe comunque tutto perduto. Pare che vi siano buone chance per Apple di mantenere il suo iconico nome anche in quel del Brasile, con un accordo però extragiudiziale. Intervistato da Bloomberg, il presidente della società brasiliana Eugenio Emilio Staub ha infatti fatto sapere:
«Siamo aperti a ogni dialogo in qualsiasi momento. Non siamo drastici».
Cupertino, al solito, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sull’accaduto e anche in Sudamerica sembra esserci una vaga cautela, forse proprio in attesa del dispositivo della corte. Con queste premesse, però, pare che per Apple vi sia la possibilità di uscirne quasi indenne, ovviamente facendo ricorso a un esborso economico di cui non si conoscono ancora i dettagli.
Non è la prima volta che la Mela si imbatte in problematiche legate al nome di uno dei suoi prodotti. Si pensi all’estenuante causa cinese contro Proview per lo sfruttamento del marchio iPad, giocata a colpi di cavilli legali, minacce e recriminazioni. Anche in quell’occasione, Apple è riuscita ad accordarsi con l’azienda tramite un contratto monetario di sfruttamento della proprietà intellettuale, svincolandosi così dalle sentenze sfavorevoli delle corti. Succederà lo stesso anche in Brasile? Se ne saprà di certo di più dopo il 13 febbraio.