Seconda puntata della campagna di marketing pensata dall’azienda di Redmond per attaccare la rivale di Mountain View. Se a fine novembre il target è stato Google Shopping, ora attraverso il sito Scroogled Microsoft mette in guardia gli utenti di Gmail: Google ficca il naso nei messaggi di posta elettronica alla ricerca di keyword da utilizzare per vendere pubblicità. Outlook.com invece rispetta la privacy degli utenti. In realtà, questa affermazione non è del tutto esatta.
Il sito Scroogled è stato creato con l’obiettivo di educare i consumatori sulle pratiche scorrette di Google e, pertanto, Microsoft invia gli utenti a sottoscrivere una petizione con la quale chiedere all’azienda di Mountain View di non leggere più il contenuto delle email per vendere pubblicità personalizzata. Google spiega sul suo sito che « in Gmail la maggioranza dei banner pubblicitari sono visualizzati vicino ai messaggi aperti e sono correlati al contenuto delle email».
La scansione dei messaggi non è attivata solo quando l’email viene inviata ad un altro utente Gmail, ma anche per i messaggi in ingresso e in uscita verso altri fornitori di servizi di posta elettronica. Non esiste un’opzione di “opt out”, per cui gli utenti non possono bloccare la lettura dei propri messaggi. Attualmente sono attive sei class action contro Google, tutte relative alle intercettazioni illegali dei contenuti su Gmail.
Microsoft sostiene che le informazioni personali non devono essere vendute. Gli utenti devono avere il pieno controllo della posta elettronica, per cui consiglia di utilizzare Outlook.com, un servizio che rispetta la privacy. In realtà, Outlook.com mostra banner pubblicitari correlati all’oggetto delle email, alle ricerche effettuate sul web e alle informazioni inserite dall’utente quando ha aperto l’account Microsoft (età, sesso e posizione geografica). Microsoft offre la possibilità di eliminarli pagando 20 dollari. La scansione dei contenuti viene eseguita solo per rilevare la presenza di spam e malware.
Update
L’aggressiva campagna Microsoft contro Gmail ha trovato risposta da parte di un portavoce di Google:
La pubblicità consente di mantenere gratuito il motore di ricerca e molti dei servizi e dei siti che Google offre e siamo seriamente impegnati affinché gli annunci pubblicitari siano sicuri, non invadenti e pertinenti. Non c’è nessun essere umano che legge le vostre email né tantomeno accede alle informazioni del vostro account Google per inserire gli annunci pubblicitari; la scelta di quale annuncio pubblicitario mostrare viene effettuata automaticamente da un algoritmo, del tutto simile a quello usato per il filtro antispam o per servizi come la posta prioritaria.
L’utenza ha inoltre evidentemente a disposizione l’alternativa Google App che, a fronte di un piccolo pagamento, consente di poter fruire del medesimo servizio senza dover fare i conti con l’advertising. Le accuse sono pertanto rimbalzate al mittente, ricordando come la gratuità abbia comunque dei costi che in qualche modo una azienda ha la necessità di compensare.