HP ha compiuto la scelta estrema: dopo aver brancolato nel buio per mesi a seguito della caduta di WebOS come valida alternativa peer il futuro del gruppo, l’azienda guidata da Meg Whitman ha deciso di compiere una virata improvvisa. E la scelta è ricaduta su Android.
Il futuro è ora tracciato: nei prossimi mesi il gruppo porterà sul mercato uno o più tablet basati sul sistema operativo Google (leader consolidato del mondo mobile) e fin dal 2014 potrebbe sperimentarsi anche sul mercato smartphone. La scelta chiude un periodo particolarmente complesso per l’azienda, iniziato con l’acquisizione di Palm, proseguito con il fallimentare progetto WebOS e sfociato i una confusione nelle strategie tale da mettere in seria discussione l’impero che Hewlett Packard aveva saputo costruirsi negli anni passati attorno al mondo Windows in ambito PC.
Se tale scelta può essere identificata come una amara sconfitta per HP, ma un contemporaneo tentativo di rilancio, il tutto si configura invece come una conclamata vittoria per Android: il sistema operativo, leader del settore ed in costante crescita negli ultimi mesi, conquista infatti un nuovo fondamentale player con il quale andare a buttare ulteriore legna nel fuoco. La crescita del robottino è destinata così a continuare ed avere HP tra le proprie fila (peraltro dopo precedenti sperimentazioni n ambito Chromebook) significa diventare poco alla volta una sorta di standard in un settore che sta cercando la propria struttura definitiva attorno alla quale svilupparsi negli anni a venire.
La scelta di HP ha però altresì un certo grado di rischio. Scegliere Android, infatti, significa buttarsi in una arena già estremamente affollata e frammentata, nella quale si adotta il sistema dominante pur dovendo scontare così una accesissima concorrenza su ogni fronte. HP dovrà dimostrare di poter emergere in mezzo agli altri colossi che hanno scelto Android (Samsung in primis) e per far ciò sembra voglia presentarsi sulla piazza con un tablet dalle caratteristiche hardware senza pari sul mercato e basato su Nvidia Tegra 4.
Android rappresenta una opzione di alto potenziale e di basso rischio, ma al tempo stesso Meg Whitman dovrà fare attenzione a non vedere i prodotti del gruppo buttati in una mischia indefinita nella quale una torta grande viene divisa in troppe piccole fette. Nokia, che navigava in simili acque, ha compiuto una scelta differente: si buttata sul sistema operativo concorrente (Windows Phone) ed ha scelto di correre in solitudine sull’onda lunga della speranza. Le due storie andranno d’ora in poi lette in parallelo poiché, al netto delle ovvie differenze storiche tra le due aziende, di fronte al medesimo bivio sono state intraprese due scelte differenti.