Qualche tempo fa un’indagine del The New York Times ha dimostrato come iPhone e iPad siano i dispositivi elettronici più rubati di sempre, almeno negli Stati Uniti. Una tendenza confermata dalla stessa polizia della Grande Mela, tanto da provocare un’impennata dei dati annuali sulla piccola criminalità. Il fatto che i device iOS fossero particolarmente appetibili sul mercato nero non è di certo una novità, quel che è nuova è però un’inedita collaborazione con Apple per stanare i colpevoli.
I fatti parlano chiaro: nella sola città di New York il 2012 ha visto un incremento di 4.000 iPhone e iPad rubati rispetto all’anno precedente. Un vero e proprio problema non solo per le tasche degli utenti Apple, ma anche per la loro sicurezza fisica, considerato come spesso i dispositivi vengano sottratti con la violenza. Ma dove finiscono i melafonini rubati e, soprattutto, come vengono rintracciati i colpevoli?
Di certo i criminali non vengono fermati all’interno degli Apple Store, così come una recente protesta in Rete ha ribadito: per policy interna e per salvaguardia dei dipendenti, la Mela avrebbe deciso di non intervenire in caso un malintenzionato cercasse di farsi sostituire un device iOS rubato con uno fresco di fabbrica, fingendo un malfunzionamento. Per contro, però, la società di Cupertino ha potenti sistemi di geolocalizzazione e avrebbe deciso di aiutare il New York Police Department con un’alleanza, una vera e propria fase di test.
Apple già mette a disposizione del pubblico dei strumenti di geolocalizzazione in caso di furto, come il comodo Find My iPhone. Non sempre funziona – ci deve essere comunque una copertura GPS e un’accesso di Rete – ma in molti casi ha risolto anche gli enigmi più intricati. La società può però intervenire anche bloccando da remoto il dispositivo, analizzando i dati sull’IMEI univoco a livello globale e molto altro ancora.
Così come riporta il New York Post, l’azione congiunta fra la Mela e la polizia avrebbe svelato come la gran parte dei dispositivi rubati rimarrebbe all’interno dei confini cittadini: il 74% di tutti gli smartphone e i tablet sottratti, spesso rivenduti agli angoli delle strade o alle fermate degli autobus. In un caso, però, un iPad statunitense è stato addirittura rinvenuto in quel di Santo Domingo.
Paul Browne, portavoce del NYPD, ha spiegato perché la collaborazione tra le forze dell’ordine e Cupertino sia così fondamentale, anche se risulterebbe necessario un contesto legislativo migliore in cui operare:
«La tecnica per identificare i telefoni rubati dal loro univoco identificativo esiste da anni ed è teoricamente molto semplice. La parte difficile è integrarla con l’applicazione della legge, affinché questi device rubati possano essere effettivamente rintracciati.»