Solo pochi giorni fa è apparsa altamente improbabile una collaborazione tra Apple e Intel per la produzione di processori per gli iDevice, dovuta sia all’impossibilità della Mela di abbandonare ARM che dalla volontà del chipmaker di spingere la piattaforma Atom. Oggi, però, arrivano dalle agenzia di stampa delle notizie di tenore decisamente opposto.
Stando a delle indiscrezioni diramate da Reuters, Apple e Intel starebbero da tempo discutendo sulla possibilità di unire le forze per la produzione gli A-chip per iPhone, iPad e iPod Touch, in sostituzione dei processori oggi realizzati da Samsung per Cupertino. Un accordo, però, non sarebbe ancora stato ufficializzato, sebbene la partnership appaia molto probabile.
Nonostante le due aziende dalla metà degli anni 2.000 intrattengano dei rapporti di proficua collaborazione – si pensi al successo dei MacIntel o dell’elaborazione congiunta delle porte ThunderBolt – rimangono alcune perplessità su questo tipo di collaborazione. Come già riportato qualche giorno fa, Apple vorrebbe rimanere su piattaforma ARM perché personalizzabile secondo le proprie esigenze ed estremamente versatile, mentre Intel chiederebbe l’introduzione del sistema proprietario Atom sui device da taschino targati Mela. Si è ipotizzato che il chipmaker, già ora a pieno ritmo di produzione nei suoi impianti, non avesse alcun vantaggio dall’abbracciare la fabbricazione di chip di terze parti, proprio per i pericoli che una simile azione potrebbe determinare sul mondo Atom e sui derivati correlati Intel. Eppure, pare che qualcosa sia cambiato. Secondo Pat Becker Jr di Becker Capital Management, una società che detiene 39 milioni di dollari in azioni Intel, il matrimonio tra Apple e il chipmaker non sarebbe affatto improbabile:
«Se si può stringere una relazione strategica per la produzione di chip per uno dei più grandi attori del settore mobile, bisogna certamente considerarne l’occasione.»
Sebbene la produzione negli impianti Intel prosegua a pieno ritmo, la società negli ultimi anni ha faticato a imporsi sul settore mobile, rimanendo pressoché ai margini di un mercato quasi esclusivamente dominato da ARM. Se riuscisse a piazzare i propri processori nei prodotti portatili di Apple, il suo market share salirebbe vorticosamente. E anche in caso si specializzasse nella realizzazione di chipset ARM, i vantaggi economici sarebbero elevati e di ampio respiro. Le nozze sono quindi ormai certe? Non resta che attendere il prossimo tassello di questo puzzle o, data l’esistenza di fonti contrastanti, la prossima smentita.