Una serie di algoritmi, un pizzico di ambizione, una spruzzata di orgoglio nazionale ed una pulsione alla rivendicazione del valore culturale europeo: è questo il mix che accende istella, il motore di ricerca sviluppato da Tiscali che proprio in queste ore apre definitivamente i battenti dopo mesi di anticipazioni.
Renato Soru, numero uno del gruppo italiano, si adopera però in una necessaria immediata precisazione, a metà tra l’intelligente cautela e la sana scaramanzia: iStella non è il nuovo anti-Google, ma è qualcosa di diverso. iStella, insomma, non nasce per oscurare i motori di ricerca esistenti (soprattutto nel caso di Google, sarebbe una evidente utopia), ma piuttosto per integrarne il ruolo, per affiancarvisi funzionalmente e per dare qualcosa di ulteriore all’utente che sta scartabellando il Web in cerca di informazioni.
Tiscali presenta iStella (disponibile all’indirizzo istella.it) come «il nuovo motore di ricerca per scandagliare il web, il web nascosto fatto di archivi e contenuti di inestimabile valore, e il sapere comune, per conoscere e condividere la cultura italiana, e non solo, dando la possibilità a tutti gli utenti di cercare, contribuire e condividere. […] Punto di riferimento nell’immensità del cielo, la stella stilizzata che rappresenta il nuovo progetto di Tiscali ricorda anche un nodo della rete, o meglio il nodo del web italiano». Fin da subito, insomma, Tiscali riversa su iStella i propri ingredienti ed i propri obiettivi: la possibilità di dar vita ad un nuovo modo di archiviare ed esplorare le informazioni, oltre alla volontà di rivendicare anche per l’Italia un ruolo in questo settore centrale per la formazione della cultura in Rete.
A togliere i veli al progetto è direttamente Renato Soru, fondatore e oggi Presidente Tiscali, il quale descrive anzitutto il contesto entro cui istella va a posizionarsi:
I motori di ricerca esistenti hanno fatto un eccellente lavoro per il proprio business, e per gli utenti sono diventati strumenti imprescindibili. Tuttavia c’è ancora spazio per nuovi e, soprattutto, differenti strumenti. Da sempre sostengo l’importanza di poter assicurare al Paese un’autonoma capacità tecnologica per un servizio di evidente interesse nazionale, che permetta una maggiore concorrenza e che contribuisca a garantire l’indipendenza e la giusta valorizzazione dei contenuti di tutti i publisher e degli utenti nazionali, poiché questo significa valorizzare il patrimonio culturale italiano.
Istella è tutto questo, è un modello di ricerca locale e partecipativo la cui crescita e il
cui incremento costante di efficacia nella ricerca fonda le sue radici nella collaborazione dell’intero sistema, che mi auguro possa identificarne presto i vantaggi: comuni, editori, fondazioni, studenti, ricercatori, fotografi, geografi o semplicemente appassionati di contenuti particolari o possessori di un singolo libro orfano di diritti, hanno da oggi a disposizione un nuovo canale per valorizzare e condividere il proprio sapere. Ritengo che istella possa diventare il motore di ricerca più completo e accurato della cultura italiana e non solo, e che possa anche rappresentare un modello esportabile all’estero
Tiscali, conscia dell’esperienza di progetti precedenti troppo precoci nel lanciare la loro sfida a Mountain View (vedi Volunia), ribadisce a più riprese il concetto: non si nutre l’ambizione di sostituire Google. Istella, piuttosto, «rappresenta uno strumento di ampliamento e approfondimento della conoscenza», nato per «sistematizzare e diffondere il patrimonio culturale nazionale».
3 milioni di domini sotto la lente del motore, 4,5 miliardi di pagine nelle mani degli algoritmi, 200 terabyte di dati già archiviati, 500 server con 3000 dischi da 1PT: istella parte di qui e va alla ricerca di entità private, aziende e centri di ricerca interessati a collaborare per la diffusione del sapere. Particolare interesse viene riposto nei confronti del “Web nascosto”, archivi potenzialmente di grande interesse che per vari motivi non hanno mai goduto di una indicizzazione prima d’ora. La direzione di istella è quindi verticale: un approfondimento generalizzato della cultura online basato sull’emersione di banche dati o singoli libri a cui il Web non aveva fin qui offerto il necessario spazio.
L’utente rimarrà una entità astratta: Tiscali chiarisce fin da subito di non aver alcun interesse nella profilazione dei visitatori, così da poter fornire risultati obiettivi e svincolati dai comportamenti antecedenti dell’utente. In questo istella si differenzia fortemente dai motori tradizionali, i quali invece concentrano proprio attorno all’utente ed alle sue query la struttura delle SERP.
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Dall’Istituto Treccani all’Agenzia Stampa LaPresse; dall’Istituto Centrale per gli Archivi del Ministero dei Beni Culturali (ICAR-SAN) all’Istituto Centrale per il Catalogo Unico del Ministero dei Beni Culturali (ICCU); dalla Guida Monaci alla Compagnia Generale Ripreseaeree (Blom CGR). Sono questi i partner su cui istella ha costruito il proprio archivio iniziale, facendo leva quindi su CNR, Università di Pisa, Internet Memory Foundation, Dell e Nokia HERE in qualità di partner tecnologici per mettere in piedi il progetto.
Una volta accesi i server, però, il percorso sarà autonomo: Tiscali continuerà ad offrire le proprie pagine agli enti potenzialmente interessati, mentre il singolo utente potrà partecipare di propria iniziativa tramite il “contribuisci” ben visibile fin dalla homepage del servizio.
L’utente può caricare documenti, immagini, video e audio di interesse comune, senza alcun costo, rendendoli immediatamente disponibili in rete. Attraverso la propria pagina personale, gli utenti possono effettuare la “pubblicazione” dei propri contenuti che saranno indicizzati dal motore per essere facilmente ricercati in rete.