Lo scorso anno Blockbuster ha chiuso le centinaia di punti vendita sparsi in Italia e quelli del Canada, mentre all’inizio del 2013 la società ha attuato pesanti tagli negli Stati Uniti e messo in amministrazione controllata la divisione britannica, con il rischio di vedere il marchio sparire anche dal territorio di sua maestà. Pericolo scongiurato, grazie all’impegno di Deloitte che ha trovato un acquirente nei tempi stabiliti.
Gordon Brothers Europe ha infatti accettato di mettere sul piatto l’investimento necessario a salvare 264 store per un totale di circa 2.000 posti di lavoro. L’ammontare dell’accordo economico raggiunto non è stato al momento comunicato. La riduzione del personale da parte dei vertici del gruppo sarà dunque di portata inferiore rispetto a quanto preventivato, almeno dal punto di vista prettamente numerico. Ecco quanto dichiarato da Lee Manning, amministratore che si è occupato della transizione.
Dopo aver identificato una serie di store con buon potenziale siamo lieti di annunciare ai creditori il raggiungimento di un accordo per la vendita.
Oltre la metà del personale (circa 3.000 dipendenti a gennaio) resterà dunque impegnato nei negozi Blockbuster, ma di certo l’attività del marchio è chiamata a una rapida e significativa metamorfosi. Il mercato del videonoleggio, così come quello della vendita di contenuti multimediali su supporto fisico, è in costante flessione, soppiantato dal boom delle piattaforme digitali per lo streaming e il download di musica o film. La dimostrazione arriva anche dalla sorte toccata ad HMV, che dopo 92 anni di attività ha subito di recente lo stesso trattamento.
Come già detto in apertura, in altri paesi il marchio non ha avuto la stessa fortuna, compreso il nostro. Molti ricorderanno le svendite di DVD e Blu-ray attuate nell’ultimo periodo di attività, con significativi sconti praticati per liberare gli scaffali prima della chiusura. Con la scomparsa o il riassetto di Blockbuster si chiude un’era per l’home cinema, fatta prima di VHS e poi di DVD.