Anche gli utenti italiani possono ora sperimentare la nuova funzione che Facebook sta poco alla volta introducendo sulle proprie applicazioni mobile: la chiamata VoIP. La novità è stata annunciata soltanto nelle ultime ore: dopo Canada, Stati Uniti e Regno Unito, anche in Italia la videochiamata diventa una funzione liberamente disponibile per poter chiamare tramite connessione dati un proprio contatto.
«Gli amici di Facebook«, spiega il social network, «si potranno chiamare gratuitamente tramite Wi-Fi o con la connessione dati del proprio smartphone». Ciò significa che, utilizzando le applicazioni mobile messe a disposizione da Facebook, sarà possibile chiamare coloro i quali rientrano nella propria cerchia di amicizie, abilitando così la chiamata vocale su di uno strumento nato inizialmente come semplice messenger testuale. La funzione è disponibile sia su Facebook Messenger per Android che nella versione per iOS; al momento non è dato sapersi se in tempi brevi la funzione sarà abilitata anche su Windows Phone.
Non è necessario alcun aggiornamento alle app già in dotazione. Per chiamare è sufficiente selezionare un contatto, cliccare sulla “i” presente sull’interfaccia e quindi su “chiama gratis”.
Facebook entra così in competizione, anche sul mercato italiano (ove spesso le novità annunciate arrivano in ritardo rispetto alle anteprime USA), con applicazioni come Skype e simili, cercando così di offrire una nuova occasione di incontro e coinvolgimento alla propria community. Funzioni di questo tipo, infatti, sono in grado di rendere più utili i contatti e più solidi i rapporti, mettendo in comunicazione persone che coltivano legami personali o professionali e che intendono aprirsi all’interscambio comunicativo con la propria cerchia di contatti Facebook.
Facebook, introducendo il VoIP nella propria offerta, tenta probabilmente inoltre di tenere alla larga ogni possibile nuovo rivale, cercando così di occupare quanto più mercato possibile laddove altre mille realtà (Skype, Indoona, Whatsapp, eccetera) potrebbero diventare in prospettiva una insidia nella gestione dei rapporti “social” in mobilità.