Apple continua la sua battaglia per limitare i genitori e gli utenti sbadati di device iOS. Dopo le numerose polemiche sugli acquisti-in app e le spese folli di alcuni ignari pargoli, la società di Cupertino ha deciso di mettere in atto alcune azioni per renderne evidenti i contenuti prima del download. Così, dopo la notifica della disponibilità di acquisti durante il gameplay, ora arriva anche il rating d’età.
Non è certo una novità: da sempre le applicazioni distribuite sul negozio virtuale targato Mela subiscono un processo di classificazione, con un vago rating per stabilirne l’età minima dell’utilizzatore. Fino a oggi, però, la singolare classifica era ben visibile solo tramite la versione desktop di iTunes Store o navigando App Store via browser, oggi fa il suo ingresso trionfale anche sul mobile. A darne notizia è Digital Trends.
Sebbene non esistano filtri al download – in caso un’applicazione fosse 17+, l’utente non deve far altro che confermare l’età con un tap sullo schermo di iPhone, iPad o iPod Touch – con questa mossa la Mela spera di chiarire ulteriormente il funzionamento di App Store ai genitori distratti e chiudere le polemiche che ne sono susseguite. Oltre agli acquisti-in-app effettuati sbadatamente da ignari bambini – tutti rimborsati dalla stessa Apple – in passato si sono sollevate polemiche per la facilità con cui i più piccoli possono entrare in contatto con contenuti per loro non adatti. Con il rating in bella mostra anche sul mobile, di conseguenza, Cupertino mette le mani avanti: i responsabili di scaricamenti accidentali non potranno più avanzare recriminazioni.
Apple tiene molto alla decenza del suo environment digitale, tanto che i contenuti violenti o in odor di vaghissima pornografia vengono brutalmente eradicati. Non è un caso, perciò, che il rating massimo voluto da Cupertino sia il 17+, scelto in genere per quelle applicazioni di dating geolocalizzato o per videogiochi ipoteticamente cruenti. Si ricorda come, a differenza di altre piattaforme per smartphone, App Store garantisca la distribuzione solo di software approvato e certificato dal team di Cupertino, quindi l’evenienza che i minori si imbattano in contenuti poco idonei è davvero rara. In tempi recenti, ad esempio, Apple ha epurato applicazioni come 500px e limitato Vine, solo perché alcuni utenti sono ricorsi al software per usi softporn all’insaputa degli sviluppatori.