Facebook Home è un compromesso ed in quanto tale nasce tra limitazioni di ogni tipo all’interno delle quali tenterà nel tempo di farsi largo. Non è un sistema operativo, infatti: ne sarà più semplice lo sviluppo, ma non potrà ambire a ciò che Google ha generato con Android. Non sarà nemmeno un telefono in sé, benché l’idea di un Facebook Phone stuzzicasse le fantasie di molti. Quel che “non” sarà, però, non definisce a sufficienza l’idea perché, di per sé, Facebook Home ha un’identità forte che porta giocoforza in seno forti ambizioni.
Tuttavia l’ambizione in questa fase non basta. Facebook Home, infatti, potrà essere installato soltanto su Android. E soltanto su particolari Android: «Home funziona sui dispositivi HTC One X, HTC One X+, Samsung GALAXY S III e Samsung GALAXY Note II. Home sarà compatibile anche con i dispositivi HTC One e Samsung GALAXY S4, e con altri dispositivi nei mesi a venire». Visti e considerati i volumi di vendita dei dispositivi segnalati, è facile prevedere una base potenziale di clienti pari ad almeno 100 milioni di unità, alle quali andranno ad aggiungersi i numeri (presumibilmente limitati nella prima fase) degli acquirenti dell’HTC First e degli altri device affiliati al Facebook Home Program. Se anche solo una media di 1 o 2 utenti su 10 decideranno di installare Facebook Home (percentuale sicuramente raggiungibile in virtù del fatto che gran parte degli utenti con smartphone possiede altresì un account Facebook), allora la proiezione per il “launcher” è pari a poche decine di milioni di installazioni.
Ma questo è solo l’inizio. Facebook Home dovrà saper convincere tutti della bontà della propria proposta e solo con la forza dei fatti riuscirà tanto a trattenere i primi curiosi, quanto ad incoraggiare l’arrivo di nuove unità (sia tramite download gratuito da Google Play che tramite l’acquisto dei vari “Facebook Phone”). Del resto, trattandosi soltanto di un launcher, non può vincolare a sé gli utenti, i quali possono tornare al puro Android in qualsiasi momento. Al momento, comunque, HTC, Samsung e Sony sono già saliti a bordo, garantendo supporto al Facebook Home Program e promettendo così di fatto dispositivi in grado di aumentare la disponibilità sul mercato del launcher.
Una scelta di campo
Chi deciderà di improntare la propria esperienza mobile su facebook farà una vera e propria scelta di campo. Optare per Facebook Home, infatti, significa cambiare la prospettiva con cui si guarda al proprio dispositivo mobile e si accetta, come da definizione proposta da Mark Zuckerberg, uno smartphone che mette in primo piano la persona invece delle app. Facebook Home plasma l’esperienza in modo radicale perché mette sotto gli occhi degli utenti quelli che sono i contenuti prodotti dalla community. L’obiettivo è chiaro: così come Google mette la ricerca sotto gli occhi dell’utente in ogni momento per suggerirne l’uso continuativo (imponendo così la ricerca come il paradigma primo per l’accesso alle informazioni), Facebook propone i contenuti della propria community e fa di tutto per favorire coinvolgimento ed interazione.
Facebook Home cambia le notifiche, rendendo promiscue le segnalazioni di “mi piace”, di SMS o di chiamate ricevute; Facebook Home idealmente cambia l’agenda, ispirandosi ai contatti del social network come fonte prima delle connessioni tra l’utente ed il mondo esterno; Facebook Home cambia il rapporto con le app, relegate ad un ruolo di comparse invece del protagonismo fin qui esasperato dalle necessità dei marketplace dominanti: inutile sottolineare in ciò come la proposta sia alternativa e potenzialmente pericolosa tanto per iOS quanto per lo stesso Android. Facebook Home cambia inoltre il modo di vivere Facebook, aumentandone la pervasività e relegando l’utente ad un vero e proprio always-on.
L’esordio avverrà negli il 12 aprile (tanto su Google Play per il download gratuito, quanto nei negozi AT&T per l’acquisto dell’HTC First) . Il social network dovrà prepararsi a dare risposte fin da subito convincenti in termini di performance, esperienza d’uso, sicurezza e privacy, con aggiornamenti mensili già pianificati per meglio esplicare gli obiettivi di lungo periodo che il team di Mark Zuckerberg si sta ponendo.