Lo scorso anno ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha annunciato la “liberalizzazione” per quanto riguarda i domini di primo livello, con alcune delle più importanti aziende tecnologiche del pianeta che si sono affrettate a chiederne la registrazione. Tra queste anche Google, intenzionata a mettere le mani su TLD come .app, .blog, .cloud e .search. Quest’ultimo in particolare, come ben comprensibile, riguarda le ricerche online.
L’ente responsabile per la loro assegnazione non si è ancora pronunciato in via definitiva, ma sembra avere tutte le intenzioni di approfondire in particolar modo le ragioni che hanno spinto bigG a chiedere la gestione di .search. Nuovi dettagli sono emersi da una lettera inviata attraverso la sussidiaria Charleston Road Registry, in cui il gruppo di Mountain View svela qualche primo dettaglio concreto sul progetto. L’obiettivo non è sfruttare il dominio per la promozione o la fruizione di un proprio servizio, bensì quello di trasformare il termine “search” in una chiave da mettere nelle mani degli utenti, per consentire loro l’accesso alle informazioni della Rete indipendentemente dal motore di ricerca preferito.
In altre parole, se il progetto dovesse andare in porto, per chi naviga sarà sufficiente puntare il proprio browser all’indirizzo “http://search/” (o digitare anche semplicemente “search”) per dare il via a una ricerca attraverso la piattaforma di suo gradimento, sia essa Google, Bing, Yahoo!, Ask, WolframAlpha o altro ancora. È troppo presto per ipotizzare con quale interfaccia potrebbe essere gestita una simile dinamica o in che modo saranno elaborate le query, ma dal documento comparso oggi sul Web emerge la volontà da parte di bigG di ottenere la registrazione del dominio di primo livello in nome del tanto sbandierato e voluto Web aperto e libero.
Lo stesso avverrà anche con i già citati .app e .blog, il primo destinato a raccogliere materiale riguardante software e applicazioni indipendentemente dallo sviluppatore o dalla piattaforma, mentre il secondo andrà a focalizzare l’attenzione sul mondo di blogger. Con .cloud, infine, Google intende fare altrettanto con le sempre più diffuse ed efficienti tecnologie di cloud computing, ormai impiegate in servizi che vanno ben oltre il semplice storage di file e documenti su server remoto.