La cacciata di AppGratis, software per l’indicizzazione delle migliori offerte su App Store di Apple, agita le istituzioni. A margine della vicenda che vede contrapposti Cupertino e i developer, interviene il Ministro francese per l’economia digitale Fleur Pellerin. E le parole non sembrano lasciar intendere la volontà di scambiarsi un calumet della pace.
Qualche giorno fa la Mela ha deciso di rimuovere AppGratis da App Store, con la motivazione implicita di essere un software praticamente clone del negozio di Cupertino. Sebbene l’app fungesse solamente da comodo indice per offrire promozioni agli utenti, Apple non ha gradito la “concorrenza” interna. Dopo un paio di giorni di recriminazioni incrociate, è il Ministro Pellerin a intervenire, definendo la scelta del colosso semplicemente “brutale”. La decisione sarebbe stata presa “unilateralmente e senza spiegazioni”, sottolineando come “questo non sia un comportamento virtuoso e dignitoso per una compagnia di quelle proporzioni”.
È normale che la Pellerin difenda i developer di AppGratis, software profondamente legato al business francese e con i suoi headquarter proprio oltralpe. Ma sul comportamento di Apple vi sono pareri discordanti. Da un lato, è pur vero che l’azione intrapresa uccida la concorrenza, sfruttando dei regolamenti il più delle volte incomprensibili per la loro rigidità. Dall’altro, però, è altrettanto vero che AppGratis ha sottoscritto le norme volute da Cupertino distribuendo contenuti nel suo environment digitale. E una regola di questo contratto, seppur di introduzione recente, vede appunto la negazione di sottosistemi che somiglino troppo ad App Store. Insomma, la reazione di Cupertino appare immotivata e esagerata rispetto al suo scopo, ma è il contratto stesso che si viene a formare tra developer e la Mela che la rende possibile e legittima, per quanto opinabile.
Il ministro spera che Apple possa rivedere le sue posizioni e rinegoziare, così, un rapporto di collaborazione con AppGratis. Le esperienze passate non sembrano però orientarsi in questa direzione: AppShopper, un software che ha subito lo stesso destino a fine 2012, non pare essere stato ancora riammesso nell’universo di Cupertino. E non è tutto: sembra che l’azienda sia intenzionata a un vero e proprio giro di vite su tutte le applicazioni simili. Come andrà a finire?