App Store clonato in Cina: non serve il jailbreak

Appare in Cina un App Store pirata che, sfruttando dei cloni delle licenze iTunes, permette l'installazione gratuita di app senza jailbreak.
App Store clonato in Cina: non serve il jailbreak
Appare in Cina un App Store pirata che, sfruttando dei cloni delle licenze iTunes, permette l'installazione gratuita di app senza jailbreak.

La contraffazione orientale dei prodotti targati mela morsicata non riguarda solamente smartphone, tablet o computer, ma anche il lato software di Apple. Giunge notizia dalla Cina, infatti, dell’esistenza di un clone di App Store, che permette di installare applicazioni originali dell’environment digitale di Cupertino senza nemmeno il bisogno di sottoporre gli iDevice a jailbreak. Come? Sfruttando delle copie delle licenze digitali della Mela.

Si chiama KuaiYong – in italiano suonerebbe come “usalo velocemente” – ed è un App Store alternativo online da più di un anno. Della sua esistenza si apprende solo ora perché si tratta di un servizio inaccessibile al di fuori dei confini della Cina e, per questo, rimasto nascosto per molto tempo. A quanto pare il portale, che conta ben 5 milioni di iscritti, consente il download gratuito di applicazioni in realtà a pagamento, senza la necessità dello sblocco del terminale.

Stando a quanto riportato da MIC Gadget, il servizio si compone di un software e di alcune feature web-based disponibili all’indirizzo 7659.com, quest’ultimo non raggiungibile dall’Italia. Sebbene con grafica diversa, il software si comporta esattamente come iTunes e come tale viene riconosciuto dagli iPhone e gli iPad connessi al computer. Qui, sfruttando un sistema di clonazione delle licenze di Apple e gli ID dei developer, le applicazioni vengono distribuite gratuitamente senza bisogno di sblocco. I controlli di sicurezza di iOS vengono infatti bypassati semplicemente facendo credere al sistema operativo di essere connesso a iTunes e di sincronizzare del software regolarmente pagato.

Dalle vaghe traduzioni disponibili in Rete dal mandarino, pare che gli sviluppatori dell’App Store alternativo abbiano optato per questa soluzione perché «i cinesi non hanno familiarità con iTunes e non hanno idea di come si gestisca». In realtà, appare evidente come l’unico intento sia quello di ottenere facilmente del materiale piratato, anche perché l’interfaccia del sistema appare decisamente più complessa rispetto a quello originale voluto da Apple.

Al momento, nessuna comunicazione né tantomeno alcuna reazione si è palesata all’orizzonte di Cupertino. È molto probabile, però, che la Mela decida di intraprendere azioni legali affinché lo store in questione venga chiuso, anche se la strada appare già in salita. Le leggi cinesi, infatti, potrebbero essere lacunose in tema di contraffazione e protezione della proprietà intellettuale.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti