Nuova vittoria per Apple nella causa statunitense contro Google e Motorola che vede le aziende contrapposte dal 2010. La International Trade Commission (ITC) ha stabilito che Cupertino non ha violato il brevetto relativo al sensore di prossimità che rivendicava Motorola. L’eventuale uso indebito della proprietà intellettuale era potenzialmente capace di bloccare l’importazione degli iPhone negli Stati Uniti d’America.
L’ITC ha dunque deliberato in favore di Apple invalidando il brevetto numero 6.246.862, che si riferisce appunto a quei sensori capaci di disattivare lo schermo quando l’utente, in fase di conversazione, avvicina lo smartphone all’orecchio. Secondo Bloomberg la decisione della commissione statunitense «si palesa in un quadro in cui ne Apple […] né Google sono riuscite a delineare un attacco decisivo contro l’avversaria, nella controversia iniziata più di due anni fa. Ognuna delle due parti ha affermato che l’altra viola dei brevetti, ma Apple ha accusato Motorola Mobility anche di aver infranto i termini FRAND che la obbligava a cedere a condizioni non discriminatorie alcune delle sue tecnologie più usate».
Tale proprietà intellettuale era solo una di quelle oggetto del contendere tra Apple e Motorola. Nel 2010, la società acquisita da Google aveva accusato Cupertino di aver violato sei brevetti proprietari legati alle tecnologie usate su smartphone e telefoni cellulari. Due di questi erano però stati poi esclusi per invalidità, mentre nell’agosto del 2012 l’ITC aveva scagionato Apple dalle accuse di utilizzo indebito di altri tre brevetti. Con quest’ultima vittoria, Apple porta dunque a casa un successo totale.
Google – che ha acquisito Motorola nell’agosto del 2012 – non ha comunque intenzione di arrendersi e probabilmente procederà con un ricorso in appello nel tentativo di ribaltare la situazione. Un portavoce del colosso di Mountain View ha infatti dichiarato che «siamo delusi da questo risultato e stiamo valutando le opzioni a nostra disposizione».