L’appuntamento con i risultati fiscali del Q2 Apple non è stato solo un momento per vagliare la solidità del gruppo in un momento forse non troppo idilliaco, ma anche l’occasione per parlare di alcune questioni recenti. Come il lancio dell’iMac supersottile a fine 2012, un episodio che ha generato una certa impazienza fra gli utenti. Tim Cook, interrogato da Mark Moskowitz di J.P. Morgan, ha ammesso le sue colpe.
L’ultima generazione di iMac, quella supersottile che tanta ammirazione ha ricevuto dalla critica, è stata lanciata a fine 2012. Per problemi di stock e di fabbricazione, però, gli iniziali esemplari non sono giunti nelle mani dei consumatori prima di gennaio 2013. Il CEO allora ammette lo sbaglio, sottolineando come Apple avrebbe fatto meglio ad aspettare:
«Con il senno di poi, sì, avrei forse preferito l’avessimo lanciato dopo l’anno nuovo. I clienti non avrebbero dovuto aspettare così tanto come hanno fatto».
Nel quarto fiscale di dicembre, Apple ha perso il 17% annuo sulle vendite di Mac, dovuto proprio alla mancata disponibilità di iMac. La fretta di cavalcare il periodo natalizio, quarto fiscale solitamente molto florido per Apple, ha lasciato i consumatori in strenua attesa, quest’ultimi costretti a rimandare i regali natalizi a gennaio inoltrato. Nel secondo quarto, proprio grazie alla disponibilità del nuovo iMac, le vendite del comparto Mac sono risalite e tornate su livelli normali.
Un lancio nel 2013, inoltre, avrebbe quantomeno mitigato l’immobilità in cui Apple attualmente si trova, con più di sei mesi senza la presentazione di un nuovo prodotto e i contraccolpi in borsa che ben si è imparato a conoscere.
Risolta la problematica iMac, però, rimane ancora un nodo da sciogliere per Apple: Mac Pro. Il desktop professionale è ora assente dai mercati europei per la mancata compliance con una normativa energetica entrata in vigore nella prima settimana di marzo. Si è detto che il lancio del nuovo modello sarebbe arrivato entro la fine di aprile, ma a conti fatti vi sarà un ulteriore tempo d’attesa. Quanto bisognerà ancora pazientare, però, non è affatto dato sapere.