Facebook si prepara ad aggiornare gli investitori sulla trimestrale 2013, e mentre Mark Zuckerberg mostra tutto il suo impegno all’interno dell’azienda prendendo “soltanto” i dividendi senza uno stipedio e denotando i ricavi in crescita del 36% rispetto allo scorso anno, alcuni studi indipendenti suggeriscono che la sua espansione negli Stati Uniti, Regno Unito e in gran parte dei paesi europei potrebbe aver raggiunto l’apice. Facebook ha messo di crescere?
La risposta a questa domanda avrebbe bisogno di una quantità di dati e di tempo di elaborazione enormi, ma il Guardian – testata britannica che ha una tradizione consolidata nell’esame obiettivo dei social network d’oltreoceano – ha lanciato un allarme: forse nella parte di mondo dove questo era possibile, tutti coloro che potevano iscriversi a Big F l’hanno già fatto.
La replica immediata sarebbe quella di ricordare i tanti paesi emergenti, i tanti mercati dove il social network può ancora conquistare spazio, ma qui sta il problema: in quei mercati Facebook si sta confrontando con nuovi social, nuovi strumenti più giovani di lui, come Path, Instagram, Pinterest, che stanno realizzando performance migliori.
La flessione
Il giornale britannico ha riassunto mesi di articoli a proposito di Facebook in pochi numeri: il più grande social network del mondo ha perso sei miioni di visitatori negli Stati Uniti, con un calo del 4%, secondo un’analisi di Socialbakers di cui molto si è parlato. Nel Regno Unito, i visitatori andati altrove sono 1,4 milioni, in calo del 4,5%. La flessione riguarda anche il Canada, Spagna, Francia, Germania, Giappone, ma non l’Italia, a quanto pare, dove è stabile.
Non si tratta di un invecchiamento della tecnologia: Facebook ha tratto una grande lezione da MySpace e sta innovando, seguendo le tracce del mercato, dalla customizzazione del nuovo Feed delle Notizie alla versione per smartphone, Home, sul cui successo però è lecito avere qualche dubbio. Ma soprattutto, ha acquisito ciò che non ha ideato da sé, come Instagram, il social di condivisione delle foto che per crescita di utenti è superiore a Facebook stesso e ha picchi di popolarità tra i giovani; e sta crescendo in sudamerica, dove è partito più tardi rispetto ad altri continenti.
Anche ComScore racconta della flessione, anche in questo caso evidente soltanto nei paesi ipersviluppati: meno minuti totali di presenza sul sito, di circa sette minuti negli Usa; meno utenti attivi globali, scesi di venti milioni nell’ultimo mese – ma che ovviamente rispetto al miliardo totale sono ancora poca cosa.
La versione mobile piacerà ai mercati
Facebook ha però dalla sua un asso nella manica: potrà tranquillizzare gli investitori spiegando che questa flessione sarà compensata nella seconda parte dell’anno dai numeri in rapida ascesa della versione mobile, i cui minuti di presenza sono raddoppiati in un solo anno e raddoppieranno ancora in altri sei mesi. La questione è tutta qui: è più complicato stabilire la presenza e l’attività di un utente smartphone o tablet di Facebook, rispetto alla versione desk.
Per questo, rimandando al fatturato cresciuto fino a 1,44 miliardi di dollari, e alla metrica ancora da consolidare su Facebook Home – in attesa di sapere quanti sono gli utenti mobili, che a dicembre erano 680 milioni – la società di Menlo Park probabilmente incasserà l’ok degli azionisti.