In Islanda le elezioni sono state una sorpresa sotto molti punti di vista. Nel parlamento del paese famoso per aver rinegoziato il debito in modo differente dalle altre nazioni, che si è dato una costituzione crowdsourcing, il centrosinistra fautore di queste iniziative ha perso e andrà all’opposizione, a favore del centrodestra anti-europeista. Ma nello stesso tempo, e forse non a caso, il Partito Pirata ha superato lo sbarramento del 5% e porterà il numero record di deputati in una nazione: tre.
Il Partito Pirata islandese era stato fondato soltanto nove mesi prima del voto, ma si era subito capito che sarebbe entrato in parlamento. In alcuni territori i sondaggi lo avevano dato tra l’otto e il nove per cento. Nel complesso, il risultato è più modesto (5,1%), ma sufficiente per spedire ben tre rappresentanti su 63, tra i quali anche Birgitta Jónsdóttir, che ha collaborato a lungo con Wikileaks, i cui server sono ospitati proprio in Islanda, ed è interessata da una indagine negli Stati Uniti contro alcuni attivisti del sito di Assange.
Il risultato supera i due deputati in Svezia – paese originario del partito – i 45 rappresentanti dei lander in Germania – che ha un modello federale, perciò non sono nel Bundestag – e gli altri deputati singoli in alcune nazioni (non mancano neppure nell’Europarlamento, dove occupano due seggi) e stabilisce il record di rappresentanti in un parlamento nazionale secondo un sistema proporzionale.
Nel giro di pochi mesi il nuovo Partito Pirata sorto anche sulla base della popolarità del suo membro affiliato a Wikileaks, ha raccolto molto consenso e centinaia di tessere. Dopo la vittoria elettorale è destinato a crescere ancora, secondo il suo fondatore, Rick Falkvinge, corso a Reykjavik per festeggiare i corrispettivi islandesi della sua idea:
Alcuni vecchi media e le industrie obsolete hanno insistito sul fatto che eravamo solo un fuoco di paglia. Versioni della storia esposte come un pio desiderio.
Il partito pirata naturalmente si impegnerà sui temi cardinali del suo programma: trasparenza della pubblica amministrazione, difesa della neutralità della rete, prevenzione degli abusi di diritti d’autore e tutela della privacy.