Lighting, il connettore che Apple ha introdotto con iPhone 5 in sostituzione del classico dock da 30 pin, passerà alla storia per essere il cavo più discusso di sempre. Nessuno avrebbe mai pensato che un semplice plug potesse sollevare delle guerre così accese fra produttori e utenza, eppure così è stato. Oggi all’orizzonte si avvistano però degli effetti ben più funesti di una querelle fra fazioni di utilizzatori sui social network, ovvero i possibili danni di mercato che Lightning avrebbe causato, o potrebbe causare, ad Apple.
Sorvolando volutamente la questione delle concessioni delle restrittive licenze d’uso di Lightning, un fatto che ha ritardato e limitato la diffusione di accessori di terze parti per i device iOS, Apple sembra aver sottovalutato la portata mondiale del suo dock. Pur essendo un cavo proprietario, il connettore dock è stato per anni un vantaggio competitivo per la mela morsicata, un fattore che ha spinto la vendita di iPhone, iPad e iPod Touch. Può sembrare un’assurdità, ma lo è stato davvero.
Così come Fredric Paul di ReadWrite ha sottolineato qualche tempo fa, i clienti spesso hanno preferito il melafonino ai competitor proprio per l’alto supporto al cavo dock. Comprare un iPhone significava non aver problemi di ricarica in albergo, significava avere uno smartphone con entrate compatibili con la quasi totalità delle autoradio sul mercato, indicava la compatibilità praticamente con tutti gli stereo e gli accessori di terze parti. E questo non perché il connettore dock fosse universale, ma semplicemente perché la sua diffusione dai tempi del primo iPod l’ha reso un prodotto talmente capillare da essere inglobato ovunque. Produttori di terze parti, servizi di locazione e pernottamento, ristoranti, automobili, strutture pubbliche: negli anni, pressoché ovunque è spuntato un accesso dock. Ed essendo quest’ultimo compatibile solo con i device targati Mela, ha spinto molti utenti a preferire i prodotti Apple alla concorrenza per il loro supporto ubiquitario. Lo stesso non accade più con Lightning: oltre a non essere sufficientemente diffuso, la politica troppo rigorosa voluta da Cupertino ne sta limitando l’impiego e la nascita dei più svariati accessori.
«La disponibilità di tutte queste periferiche ha aiutato Apple a rendere iPhone ancora più popolare. I possessori sanno come nessun altro telefono si avvicini alle possibilità di scelta e di supporto di iPhone – nelle automobili, nelle camere d’albergo, agli aeroporti e in qualsiasi altro posto. Portando con sé un iPhone anziché un telefono concorrente, gli utenti hanno avuto molte più possibilità di poter comprare o sfruttare una infrastruttura di supporto, che ha determinato una grande differenza in termini di esperienza d’utilizzo. Il connettore Lightning di iPhone 5 minaccia tutto questo. E non solo per gli utenti di iPhone 5.»
Con qualche mese di ritardo, anche il Sunday Times si è accorto della fondatezza delle dichiarazioni di ReadWrite, tanto da confermarne il trend negativo per Apple. Tratteggiando, però, una conseguenza ancora più funesta per l’azienda: non solo gli accessori Lightning non vengono acquistati, ma questa scelta sta spostando il mercato sulle tecnologie di trasmissioni WiFi. Così, anziché buttare quel vecchio boombox oggi non più compatibile con iPhone 5, i clienti acquistano degli adattatori WiFi da inserire nell’entrata AUX, così da sfruttare lo streaming senza fili. E questo sistema, come facile intuire, non è ad appannaggio esclusivo del mondo iOS, ma funziona anche egregiamente su Android. In altre parole, con Lightning Apple ha spinto la produzione di accessori che fanno bene soprattutto alla concorrenza. Quanti utenti, infatti, riadatteranno un prodotto una volta esclusivo per iPhone, così da poterlo utilizzare anche con un terminale Android o un BlackBerry?