Confermando una lunga serie di indiscrezioni trapelate in Rete nei mesi scorsi, YouTube annuncia oggi in via ufficiale il lancio dei canali a pagamento, con l’obiettivo di garantire guadagni a chi si occupa della creazione dei contenuti. Non sarà dunque più la sola visualizzazione di banner o messaggi pubblicitari a generare introiti per i filmmaker, ma anche il denaro proveniente dagli utenti che sceglieranno di mettere mano al portafogli per accedere ai singoli canali.
La formula prevede il pagamento di una quota minima pari a 0,99 dollari ogni mese, con un periodo di prova gratuita di due settimane. Va segnalato che al momento l’iniziativa riguarda esclusivamente gli Stati Uniti, ma non è da escludere che in breve tempo possa essere allargata anche ad altri paesi, Italia compresa. Ecco quanto annunciato nelle ore scorse dal portale di video sharing sul proprio blog.
A partire da oggi lanceremo un programma per un numero ristretto di partner che riguarda i canali a pagamento su YouTube, con una sottoscrizione minima di 0,99 dollari al mese. Ogni canale metterà a disposizione un periodo di prova gratuita pari a 14 giorni e molti opteranno per sconti in caso di sottoscrizioni annuali. Ad esempio, Sesame Street offrirà episodi interi al lancio, mentre i fan della UFC potranno vedere match classici.
La sottoscrizione di un canale a pagamento è ovviamente legata al proprio account, dunque l’accesso ai singoli contenitori potrà essere effettuato dopo il pagamento in modo indifferente attraverso l’interfaccia desktop di YouTube oppure tramite smartphone, tablet o altri dispositivi compatibili come le Smart TV.
Questo è solo l’inizio. Allargheremo l’offerta di canali a pagamento nelle prossime settimane, come funzionalità “self-service” per i partner qualificati. Non appena un nuovo canale sarà disponibile ci assicureremo che lo possiate scoprire, proprio come vi abbiamo sempre aiutati a trovare nuove risorse da guardare.
Il progetto è dunque solamente al primo stadio e già nel breve periodo sarà possibile capire come YouTube intende configurarlo. Per il momento i canali “premium” disponibili sono 53 e toccano gli ambiti più disparati: dai documentari allo sport, dall’educazione all’intrattenimento, fino all’informazione e ai cartoni animati per i più piccoli. Una mossa quasi inevitabile per la piattaforma gestita da Google, che se da un lato ribadisce l’importante ruolo giocato dal Web nella distribuzione dei contenuti video in streaming (un po’ come sta avvenendo anche in campo musicale con Spotify, Radio ecc.), dall’altro conferma una certa insoddisfazione da parte di chi i contenuti li genera nei confronti del modello di business adottato fino a oggi.